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  • Il Milan e gli inglesi: nel 1918 un match molto particolare al Velodromo Sempione. La storia

    Il Milan e gli inglesi: nel 1918 un match molto particolare al Velodromo Sempione. La storia

    • Alessandro Bassi
      Alessandro Bassi
    Il Milan debutta nella fase a gironi della Champions League 2023/24 affrontando gli inglesi del Newcastle. Scavando negli archivi della memoria calcistica, cogliamo l'occasione per scrivere di quando il Milan – durante la Prima guerra mondiale – giocò contro un tipo di formazione inglese un po' particolare.

    IL FOOTBALL DURANTE LA GRANDE GUERRA - Come ben sappiamo durante gli anni della Prima guerra mondiale il campionato di calcio in Italia non si gioca, non essendo mai stato concluso il torneo del 1914/15. Se il campionato durante la Grande guerra non si disputa, il calcio tuttavia in quei difficili anni non si ferma. Numerosi sono i tornei che vengono organizzati un po' in tutta la Penisola, così come sono davvero tantissime le partite che rappresentative militari giocano non solo tra di loro ma anche contro le società calcistiche.

    IL CALCIO MILITARE - Quando diventa chiaro a tutti che la guerra non sarebbe stata rapida come illusoriamente pensato nell'estate del 1914 dai Gabinetti delle Nazioni in conflitto, iniziano a sorgere rappresentative militari che organizzano partite di footballCon il 1918 incontri di calcio tra rappresentative formate da soldati alleati italiani, inglesi e francesi si fanno davvero molto frequenti e si giocano un po' ovunque, tanto che la stampa non manca di darne notizia. A differenza di quanto accadrà nella Seconda guerra mondiale, negli anni 1915-1918 moltissimi sono i calciatori italiani che vanno a combattere – e spesso purtroppo a morire – al fronte, tanto che il settimanale La Domenica Sportiva scrive: “(...) poco lungi dalle linee combattenti là è tutta l'aristocrazia della gioventù e dello sport italiano. (…) Là si fa il grande sport”.
    Il football, e più in generale lo sport, era diventato uno strumento utilizzato per assolvere una duplice funzione al fronte: da un lato serviva come mezzo per rinvigorire il fisico e dall'altro permetteva ai soldati di distrarsi dalle durissime condizioni di vita.
    “(...) Caporetto ha insegnato qualcosa anche per quanto riguarda l'educazione sportiva del soldato! (…) dal Comando Supremo e dalle trincee partono sicure attestazioni di fiducia nello sport (…) Un esercito di sportsmen è un magnifico esercito di soldati”.
    Senza dilungarci troppo nelle pieghe delle strutturali modifiche che l'educazione fisica ha subito nel corso degli anni a cavallo tra XIX e XX secolo, durante gli anni della Grande guerra e ancor più dopo il 1917 l'utilizzo dello sport nella vita e nell'addestramento militare diventa prassi consolidata, fiancheggiato dalla stampa sportiva tanto che La Gazzetta dello Sport titola a piena pagina:
    “Vogliamo soldati svelti, destri e arditi? Prepariamoli e alleniamoli con le gare sportive”.

    MILAN-RAPPRESENTATIVA MILITARE INGLESE - Soprattutto, come accennato, dopo la disfatta di Caporetto lo sport e l'educazione fisica trovano sempre maggiore spazio nei territori delle operazioni militari e vengono organizzate manifestazioni sportive e incontri tra truppe alleate. Solo per citare la prima – e forse più famosa – il giorno di Pasqua del 1918 viene organizzata a Genova una manifestazione di gare militari: tra una gara di corsa ad ostacoli e lancio di bombe, c'è spazio anche per il football con una partita tra il Genoa “rinforzato” da alcuni calciatori sotto le armi e una selezione militare inglese.
    Tra i tanti esempi di incontri tra società italiane e rappresentative militari, c'è una partita che il Milan gioca contro un rappresentativa militare di soldati inglesi di stanza ad Arquata Scrivia, tra i quali militava anche Walsingham, già visto in Italia negli anni precedenti la guerra con la maglia del Genoa. 
    L'incontro si svolge il 14 aprile al Velodromo Sempione, a Milano. Il Milan si presenta parecchio incompleto, gli mancano i giocatori più importanti. Ricordiamo che il Milan del periodo bellico è squadra tutt'altro che scarsa: i rossoneri, infatti, già vincitori nel 1916 della Coppa Federale, in quello stesso 1918 avevano da poco vinto la Coppa Mauro dopo aver affossato i cugini nerazzurri per 8 a 1. E' quindi formazione importante, ma sono troppe le assenze per poter tener testa alla squadra inglese. Le cronache dell'epoca di quell'incontro sono alquanto scarse. La Gazzetta dello Sport tace del tutto, mentre qualcosa si può leggere dalle colonne de La Domenica Sportiva, dove apprendiamo che la squadra inglese ha bene impressionato non tanto per la qualità dei singoli quanto piuttosto per il gioco d'insieme e l'affiatamento dei giocatori. Fatto è che la partita è un monologo della squadra inglese che si impone per 4 a 1, con il portiere del Milan Guido Ribera assoluto protagonista nell'evitare ai rossoneri una sconfitta ancor più pesante.

    Ciò che più conta, però, è che lo sport ormai è entrato a pieno titolo anche nel mondo marziale, tanto che la vittoria nella Grande guerra verrà festeggiata con un imponente torneo di calcio tra squadre militari giocato a Milano sul finire di quello stesso anno 1918.


    (Alessandro Bassi è anche su http://storiedifootballperduto.blogspot.it/)

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