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Il Milan che sente profumo di scudetto non ha più bisogno di Ibra: i giovani ora possono vincere da soli
Profumo di scudetto. Il Milan non ha bisogno di aspettare il risultato dell’Inter a Cagliari, perché il 2-0 all’Atalanta, firmato da Leao ed Hernandez, basta e avanza per capire che il traguardo tricolore è sempre più vicino. Giusto così, perché Pioli è riuscito a modellare una squadra capace di andare oltre i propri limiti e soprattutto oltre i pronostici. E se è vero che tutti, ma proprio tutti, ritenevano l’Inter e il Napoli più forti a livello tecnico, i meriti principali sono dell’allenatore rossonero, ingiustamente apprezzato soltanto adesso con colpevole ritardo.
Anche contro l’Atalanta, che il Milan non batteva a San Siro da otto anni, come tante altre volte in questa stagione i rossoneri vincono con pieno merito alla distanza, dimostrando di avere carattere, personalità e una straordinaria condizione atletica, senza più dipendere dall’ex totem Ibrahimovic, rimasto in panchina fino alla fine. I giovani sono cresciuti con i suoi consigli e ora possono continuare a vincere da soli, grazie alla sicurezza di Maignan, ancora imbattuto, alla sorprendente crescita di Kalulu, alla concretezza di Leao ed Hernandez, alla guida di Tonali e all’altruismo dei tanti preziosissimi gregari come Saelemaekers, Krunic, Bennacer e lo stesso Kessie, che forse tra qualche mese si si pentirà, come Donnarumma, di avere lasciato una squadra e un ambiente così.
MEGLIO LA CORNICE - Quando al fischio finale di Orsato esplode la festa, nessuno si ricorda più che nel primo tempo era stata più bella la cornice del quadro, perché il vero spettacolo lo avevano offerto i 75.000 tifosi capaci di colorare di rossonero San Siro, cantando dal primo minuto al 47’. All’inizio, infatti, non basta la rabbiosa partenza del Milan per spaventare l’Atalanta. Leao prova a far valere la sua velocità sulla sinistra, ma al momento del dunque non trova mai lo specchio della porta avversaria e Musso deve limitarsi a un intervento di ordinaria amministrazione per bloccare un innocuo tiro cross del portoghese.
OCCASIONE MURIEL - Come al solito, l’Atalanta marca a uomo in mezzo al campo e così il Milan fatica a trovare spazi. Calabria ed Hernandez non riescono a sfruttare fino in fondo le rispettive fasce laterali e siccome in mezzo al campo manca un trequartista di qualità, la manovra della squadra di Pioli si affida a spunti individuali, con troppi tocchi corti, però, dei vari Tonali, Kessie e Krunic. Tra tanti passaggini e respinte, Giroud rimane isolato senza rifornimenti. In fondo, a parte le incursioni di Zappacosta sulla sinistra, è lo stesso destino dell’unica punta nerazzurra, Muriel, poco e mal servito da Pasalic e soprattutto Pessina, troppo impegnato nel controllo di Kessie. Al contrario di Giroud, però, Muriel esce dal suo isolamento tattico e fa partire un gran tiro che Maignan blocca con grande sicurezza.
PROTESTA GIROUD - In pratica è questa l’occasione più pericolosa del primo tempo, a dimostrazione di una gara bloccata, figlia più del pressing che della fantasia, in cui soltanto i difensori fanno bella figura da una parte e dall’altra. In casi del genere soltanto un episodio può sbloccare lo 0-0 e il Milan lo cerca ma non lo trova poco prima dell’intervallo, quando Giroud reclama invano un rigore per una manata di Djimsiti, per la verità poco fuori area, rimediando soltanto un’ammonizione per proteste.
DECIDE LEAO - L’avvio della ripresa sembra la logica prosecuzione del primo tempo con il Milan che prova a spingere di più e con l’Atalanta che cerca di ripartire soprattutto con Zappacosta. La squadra di Gasperini ha smarrito la brillantezza del girone d’andata, ma Pioli non si vuole accontentare del pareggio, comunque utile, e dopo 10’ effettua un doppio cambio inserendo Rebic e Messias rispettivamente al posto di Giroud e Saelemaekers, imitato da Gasperini che contemporaneamente fa entrare Malinovski e Zapata al posto di Pasalic e Muriel. Più dei quattro cambi, però, decide l’accelerazione di Leao che controlla bene di testa e poi scarica un perfetto diagonale, eccezionalmente dalla destra, con il pallone che passa tra le gambe di Musso. Le proteste atalantine per un precedente intervento di Kalulu su Pessina vengono azzerate dal Var che convalida la rete, facendo saltare di gioia in tribuna anche Galliani, il dirigente del (quasi) penultimo scudetto rossonero.
CAPOLAVORO HERNANDEZ - L’Atalanta, che insegue un posticino in Europa, cerca di reagire e così concede nuovi spazi al Milan, pronto ad approfittarne. Krunic, uno dei pupilli di Pioli, è bravo a smarcare Hernandez che si inventa un gol capolavoro, con un’accelerazione impressionante di oltre cinquanta metri, incominciata nel cerchio di centrocampo e conclusa zigzando a sinistra, sulla lunetta dell’area di rigore, con un potente e preciso diagonale imprendibile per Musso. Dopo aver rilanciato Bennacer al posto di un affaticato Tonali, Pioli concede spazio anche a Bakayoko e Florenzi che rilevano Krunic e Calabria. Sono i coriandoli finali di una partita che rimarrà nella storia. Perché contro l’Atalanta, stavolta, il Milan non ha ritrovato un posto in Champions come nell’ultima giornata del campionato scorso, ma ha di nuovo respirato il profumo dello scudetto undici lunghi anni dopo.
IL TABELLINO
Milan-Atalanta 2-0 (primo tempo 0-0)
Marcatori: 11' st Leao (Mil), 31' st Hernandez (Mil)
Assist: 11' st Messias (Mil)
MILAN (4-2-3-1): Maignan; Calabria (dal 33' st Florenzi), Kalulu, Tomori, Hernández; Tonali (dal 17' st Bennacer), Kessie; Saelemaekers, (dal 9' st Messias) Krunić (dal 33' st Bakayoko), Leão; Giroud (dal 9' st Rebic). A disp.: Mirante, Tătărușanu; Ballo-Touré, Florenzi, Gabbia, Romagnoli; Bakayoko, Bennacer, Díaz, Messias; Ibrahimović, Rebić. All.: Pioli.
ATALANTA (3-4-2-1): Musso; de Roon, Djimsiti (dal 33' st Scalvini), Palomino (dal 33' st Demiral); Hateboer, Koopmeiners, Freuler, Zappacosta; Pessina (dal 25' st Boga), Pašalić (dal 9' st Malinovsyi); Muriel (dal 9' st Zapata). A disp.: Rossi, Sportiello; Demiral, Mæhle, Scalvini; Malinovskyi, Miranchuk; Boga, Mihăilă, Zapata. All.: Gasperini.
Ammoniti: 44' pt Giroud (Mi), 7' st Koopmeiners (Ata), 41' st Malinovskyi (Mil)
Anche contro l’Atalanta, che il Milan non batteva a San Siro da otto anni, come tante altre volte in questa stagione i rossoneri vincono con pieno merito alla distanza, dimostrando di avere carattere, personalità e una straordinaria condizione atletica, senza più dipendere dall’ex totem Ibrahimovic, rimasto in panchina fino alla fine. I giovani sono cresciuti con i suoi consigli e ora possono continuare a vincere da soli, grazie alla sicurezza di Maignan, ancora imbattuto, alla sorprendente crescita di Kalulu, alla concretezza di Leao ed Hernandez, alla guida di Tonali e all’altruismo dei tanti preziosissimi gregari come Saelemaekers, Krunic, Bennacer e lo stesso Kessie, che forse tra qualche mese si si pentirà, come Donnarumma, di avere lasciato una squadra e un ambiente così.
MEGLIO LA CORNICE - Quando al fischio finale di Orsato esplode la festa, nessuno si ricorda più che nel primo tempo era stata più bella la cornice del quadro, perché il vero spettacolo lo avevano offerto i 75.000 tifosi capaci di colorare di rossonero San Siro, cantando dal primo minuto al 47’. All’inizio, infatti, non basta la rabbiosa partenza del Milan per spaventare l’Atalanta. Leao prova a far valere la sua velocità sulla sinistra, ma al momento del dunque non trova mai lo specchio della porta avversaria e Musso deve limitarsi a un intervento di ordinaria amministrazione per bloccare un innocuo tiro cross del portoghese.
OCCASIONE MURIEL - Come al solito, l’Atalanta marca a uomo in mezzo al campo e così il Milan fatica a trovare spazi. Calabria ed Hernandez non riescono a sfruttare fino in fondo le rispettive fasce laterali e siccome in mezzo al campo manca un trequartista di qualità, la manovra della squadra di Pioli si affida a spunti individuali, con troppi tocchi corti, però, dei vari Tonali, Kessie e Krunic. Tra tanti passaggini e respinte, Giroud rimane isolato senza rifornimenti. In fondo, a parte le incursioni di Zappacosta sulla sinistra, è lo stesso destino dell’unica punta nerazzurra, Muriel, poco e mal servito da Pasalic e soprattutto Pessina, troppo impegnato nel controllo di Kessie. Al contrario di Giroud, però, Muriel esce dal suo isolamento tattico e fa partire un gran tiro che Maignan blocca con grande sicurezza.
PROTESTA GIROUD - In pratica è questa l’occasione più pericolosa del primo tempo, a dimostrazione di una gara bloccata, figlia più del pressing che della fantasia, in cui soltanto i difensori fanno bella figura da una parte e dall’altra. In casi del genere soltanto un episodio può sbloccare lo 0-0 e il Milan lo cerca ma non lo trova poco prima dell’intervallo, quando Giroud reclama invano un rigore per una manata di Djimsiti, per la verità poco fuori area, rimediando soltanto un’ammonizione per proteste.
DECIDE LEAO - L’avvio della ripresa sembra la logica prosecuzione del primo tempo con il Milan che prova a spingere di più e con l’Atalanta che cerca di ripartire soprattutto con Zappacosta. La squadra di Gasperini ha smarrito la brillantezza del girone d’andata, ma Pioli non si vuole accontentare del pareggio, comunque utile, e dopo 10’ effettua un doppio cambio inserendo Rebic e Messias rispettivamente al posto di Giroud e Saelemaekers, imitato da Gasperini che contemporaneamente fa entrare Malinovski e Zapata al posto di Pasalic e Muriel. Più dei quattro cambi, però, decide l’accelerazione di Leao che controlla bene di testa e poi scarica un perfetto diagonale, eccezionalmente dalla destra, con il pallone che passa tra le gambe di Musso. Le proteste atalantine per un precedente intervento di Kalulu su Pessina vengono azzerate dal Var che convalida la rete, facendo saltare di gioia in tribuna anche Galliani, il dirigente del (quasi) penultimo scudetto rossonero.
CAPOLAVORO HERNANDEZ - L’Atalanta, che insegue un posticino in Europa, cerca di reagire e così concede nuovi spazi al Milan, pronto ad approfittarne. Krunic, uno dei pupilli di Pioli, è bravo a smarcare Hernandez che si inventa un gol capolavoro, con un’accelerazione impressionante di oltre cinquanta metri, incominciata nel cerchio di centrocampo e conclusa zigzando a sinistra, sulla lunetta dell’area di rigore, con un potente e preciso diagonale imprendibile per Musso. Dopo aver rilanciato Bennacer al posto di un affaticato Tonali, Pioli concede spazio anche a Bakayoko e Florenzi che rilevano Krunic e Calabria. Sono i coriandoli finali di una partita che rimarrà nella storia. Perché contro l’Atalanta, stavolta, il Milan non ha ritrovato un posto in Champions come nell’ultima giornata del campionato scorso, ma ha di nuovo respirato il profumo dello scudetto undici lunghi anni dopo.
IL TABELLINO
Milan-Atalanta 2-0 (primo tempo 0-0)
Marcatori: 11' st Leao (Mil), 31' st Hernandez (Mil)
Assist: 11' st Messias (Mil)
MILAN (4-2-3-1): Maignan; Calabria (dal 33' st Florenzi), Kalulu, Tomori, Hernández; Tonali (dal 17' st Bennacer), Kessie; Saelemaekers, (dal 9' st Messias) Krunić (dal 33' st Bakayoko), Leão; Giroud (dal 9' st Rebic). A disp.: Mirante, Tătărușanu; Ballo-Touré, Florenzi, Gabbia, Romagnoli; Bakayoko, Bennacer, Díaz, Messias; Ibrahimović, Rebić. All.: Pioli.
ATALANTA (3-4-2-1): Musso; de Roon, Djimsiti (dal 33' st Scalvini), Palomino (dal 33' st Demiral); Hateboer, Koopmeiners, Freuler, Zappacosta; Pessina (dal 25' st Boga), Pašalić (dal 9' st Malinovsyi); Muriel (dal 9' st Zapata). A disp.: Rossi, Sportiello; Demiral, Mæhle, Scalvini; Malinovskyi, Miranchuk; Boga, Mihăilă, Zapata. All.: Gasperini.
Ammoniti: 44' pt Giroud (Mi), 7' st Koopmeiners (Ata), 41' st Malinovskyi (Mil)