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    Il Milan attacca, il Napoli si difende e vince: la squadra di Conte è uno spettacolo (diverso da Inter-Juve)

    Il Milan attacca, il Napoli si difende e vince: la squadra di Conte è uno spettacolo (diverso da Inter-Juve)

    • Sandro Sabatini
      Sandro Sabatini
    Il Napoli allunga, il Milan frena. Il risultato e la classifica annullano sia la scaramantica prudenza di Conte, sia l'illusoria speranza di Fonseca sull'obiettivo Scudetto. Il Napoli invece sì, lotterà eccome. E si è capito con tre punti che sollevano il Telepass sul percorso che prevede adesso Atalanta e Inter a distanza ravvicinata. 

    Quello che si è ammirato dopo alcune partite obiettivamente stracchiate è stato un Napoli spettacolare. Spettacolo, sì. Quello vero. Questo c'è stato a San Siro. Va detto, e non solo per accendere i confronti che garbano a chi bisticcia sui social, in tv, alle radio e sui giornali. Chi litiga sul calcio. Che in fondo - intendiamoci - è comunque meglio che litigare su altro. Insomma, per chi vuole discutere, anche senza sentire le ragioni altrui, come va di moda adesso. Lo spettacolo c'è stato eccome! 

    Provocazione: come per la tanto celebrata Inter-Juve. Perché il Napoli ha segnato - in contropiede
    , che non è vietato - sfruttando un paio di errori della difesa milanista. Il gol del vantaggio con Lukaku che prima si accomodato in mezzo ai due difensori e poi ha "sbirillato" Pavlovic. Nel raddoppio ha sbagliato (anche) Maignan e con Kvara il solito Conte ha messo al sicuro il risultato, salvo tremare qualche attimo nell'unica volta in cui Morata ha fatto il Giroud (gran colpo di testa) ma è stato smorzato dal fuorigioco segnalato tramite Var. 



    Nelle statistiche si leggono dati e numeri in apparenza fuorvianti. A parte il primo quarto d'ora, il Napoli si è soprattutto difeso e il Milan ha soprattutto attaccato. Ma su tutto c'è il risultato: ha vinto il Napoli. Che c'è di strano? 

    Fonseca può rimpiangere le assenze controverse di Theo e Reijnders (squalificati…), l'indisponibilità di Gabbia e Tomori più l'indisposizione di Pulisic. Per non farsi mancare nulla, l'allenatore ha poi scelto di rinunciare a Leao per un'ora: "Affari suoi", direbbe Di Martino, tifoso napoletano. 

    Conte invece dispone al meglio di una squadra nettamente più forte del decimo sciagurato posto classificato pochi mesi fa. Per otto undicesimi è ancora la stessa magnifica squadra di Spalletti, modificata (in meglio?) con Lukaku potente e prepotente, McTominay splendido tuttocampista di lotta e di governo, più Buongiorno che saluta l'alba di uno Scudetto tramontato solo quando c'è stata un'intera stagione di eclissi. Spettacolo puro. E in purezza "contiana". 

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    Lone Wolf
    Lone Wolf

    Caro Sabatini, un consiglio spassionato, cambia mestiere.

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