Il Milan a Li diventa uno scandalo: Berlusconi e Figc, cosa avete fatto?
Quali saranno gli sviluppi di questa incredibile vicenda, lo dirà la storia. A noi, per il momento, interessa capire come sia possibile che a un imprenditore insolvente nel proprio paese possa essere consentito di comperare il Milan, impegnandosi per 750 milioni di euro per l'acquisto del club e per altri 230 per il calciomercato estivo. Perché gli hanno permesso un'operazione del genere? Perché non l'hanno fermato? Perché nessuno ha effettuato controlli seri sul suo stato patrimoniale, sul suo indebitamento, sulla documentazione fornita? Perché nessuno si è insospettito quando dalla Cina continuavano a ripetere di non sapere chi fosse questo tizio, benché lui avesse garantito investimenti multimilionari?
Sono due, in particolare, i soggetti ai quali devono essere rivolte queste domande: Silvio Berlusconi, che gli ha ceduto il club garantendo sulle sue disponibilità; la Federcalcio, allora presieduta da Tavecchio, che attraverso la Covisoc non ha avanzato dubbi sull'operazione.
In Italia, nel calcio, ne abbiamo viste di tutti i colori, dal fallimento di club storici come il Napoli e la Fiorentina a situazioni ben più recenti, verificatesi quando sembrava che certe faccende non dovessero capitare più: l'incredibile caso Parma, le ultime grottesche vicende di Modena e Vicenza. Che però il Milan, una delle società più importanti e ambite del mondo, potesse finire in mani del genere, francamente non ce lo saremmo mai aspettati. Al peggio non c'è davvero fine.
L'auspicio, ora, è che i commissari Fabbricini (Figc) e Malagò (Lega) diano le risposte necessarie, perseguano i responsabili, adottino misure utili affinché certe situazioni non capitino mai più. Purtroppo è tardi: il Milan è di Yonghong Li, speriamo che qualcuno ci metta una pezza.