AFP via Getty Images
Il matrimonio tra Elkann e Peugeot è un regalo anche per la Juve
La famiglia Elkann e quella dei Peugeot, attraverso le loro holding di riferimento, da oggi si pongono insieme come la seconda potenza automobilistica dietro, seppure di poco, alla leader tedesca Wolkswagen. L’accorpamento multimiliardario di FAC e il colosso francese il quale già deteneva la maggioranza di Citroen è anche la realizzazione del sogno al quale stava lavorando Sergio Marchionne il quale, con ragionevole lungimiranza, sosteneva che senza fusioni di alto profilo la guerra con il mondo orientale si sarebbe risolta con una disfatta.
John Elkann, il quale si sta confermando proprio come aveva intuito suo nonno Gianni Agnelli all’altezza dei mutamenti epocali, ha dimostrato di essere stato un diligente ed attento allievo del grande presidente italo-canadese scomparso e questo nuovo colpo da maestro, dopo aver fallito per rinuncia della Renault, lo proietta direttamente a far parte autorevole di quel ristrettissimo Club dei potenti illuminati. Un dato importante e davvero rivoluzionario segnala l’eccezionalità della fusione. Del Consiglio neonato, di cui John Elkann sarà il presidente, faranno parte anche i rappresentanti dei lavoratori delle aziende interessate le quali, cosa fondamentale, non verranno parcellizzate e neppure smembrate. Il fatto che la sede della ragione sociale sarà in Olanda è perché né l’Italia e neppure la Francia sono in grado di garantire quella necessaria garanzia fiscale che servirebbe per evitare la fuga degli imprenditori.
Un matrimonio che, restringendo il campo a questioni minimaliste e molto nazionali, porta anche un gran bel regalo di Natale alla Juventus. La società bianconera, come è noto a tutti, è in chiara sofferenza di bilancio in quanto a liquidità. L’aumento di capitale chiesto dal presidente Andrea Agnelli e ottenuto anche grazie all’intervento di trecento milioni del cugino è servito semplicemente a tappare i buchi più clamorosi, ma non certo a bonificare la situazione complessiva. Ora, dopo l’ufficializzazione della nuova partnership, la Exor ha stabilito di distribuire agli azionisti cedole per sei miliardi di euro. Una fetta di questo tesoro non certo simbolico toccherà dunque anche alla società bianconera la quale, tra l’altro, potrà tranquillamente continuare a pagare Ronaldo e, magari, tentare di acquistare altri gioielli.