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Il match analyst: 'Ecco il vero problema della Juve'
Buongiorno Adriano Bacconi: da allenatore e match analyst consulente di Infront, che idea si è fatto della Juventus di Andrea Pirlo?
“Conosco Pirlo dai tempi del Brescia, ero il preparatore di Lucescu quando Andrea esordì giovanissimo. Ritengo Pirlo l’allenatore di un progetto e per questo non può essere giudicato dopo meno di un anno. La stagione della sua Juventus, da un punto di vista tattico, può essere riassunta in due momenti: all’inizio Andrea ha puntato su pressing alto, squadra corta, possesso e dominio. Poi a un certo punto, probabilmente perché il fraseggio era meno qualitativo di quello che avrebbe voluto e agli avversari venivano concesse diverse ripartenze, ha cercato degli accorgimenti: dalla difesa più bassa a un maggior possesso lasciato agli avversari in base alla lettura delle diverse gare. Però...”.
Però?
“L’impressione è che non abbia ancora trovato la quadra a centrocampo. Bentancur sta dimostrando dei limiti in regia e anche Arthur, seppur diverso e abile nel gioco corto, non è un vero e proprio play”.
Quale può essere l’accorgimento per trovare solidità?
“Non credo dipenda da un sistema di gioco piuttosto che da un altro e lo dimostra la partita di sabato a Verona, dove la Juventus, comunque in emergenza, è passata al 3-5-2. I bianconeri devono imparare a gestire i momenti: una gara come quella del Bentegodi devi portarla a casa in qualche modo una volta passato in vantaggio. Non puoi soffrire così nel finale. In questo caso, più che la tattica, contano gli uomini: recuperare Chiellini sarà importantissimo. Il capitano, con la sua leadership, sa guidare la squadra nei momenti in cui c’è da sacrificarsi e soffrire. E poi, per il gioco della Juventus, sarà fondamentale anche il rientro di Cuadrado. Il colombiano è imprescindibile e la catena di destra con McKennie, decisivo con il suo dinamismo quando parte laterale, è una delle armi più pericolose dei bianconeri”.