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Il magazziniere Pagotto: 'Milan, dovevo esserci io al posto di Abbiati! La cocaina? Una follia, ho fatto una c.....a'
ERRORE CON LA SAMP - "Il destino mi punì... Non ero pronto per quel contesto. Avevo bisogno di un clima familiare per rendere, come quelli di Pistoia e di Genova".
PERUGIA E LO SCUDETTO DEL '99 - "Alla prima partita del campionato perdemmo 4-3 in casa con la Juventus. Pioveva a dirotto, sia io che Peruzzi commettemmo degli errori. Alla fine il presidente Gaucci disse che mi ero venduto la partita. Alessandro Moggi era il mio procuratore, nella sua testa avevo fatto un favore al padre. Mise in mezzo anche Tovalieri. Chiese a Castagner di escluderci. E il mister lo assecondò. Mi spostai a Reggio Emilia in B da febbraio, mentre il Milan vinceva lo scudetto a Perugia con le parate di Abbiati. Al cui posto avrei dovuto essere io, se in estate non avessi chiesto al Milan di liberarmi. Strana la vita eh?".
SULLA COCAINA - Stagione '99/00, sorteggiato per l'antidoping a Firenze, si ritrova positivo alla cocaina: "Pensai subito a un errore. Non avevo mai avuto lontanamente a che fare con certe sostanze. La magistratura aprì un’indagine. Fu appurato che il controllo era stato fatto senza le dovute norme di sicurezza. Un inquirente mi disse testualmente che aveva capito che era stato commesso un reato ma non c’era la pistola fumante. Fui licenziato dal Perugia per giusta causa. Persi un contratto importante e la reputazione. Io so la verità e questo mi basta. Quando ho sbagliato, l’ho ammesso. Ma quella volta ero innocente e lo ripeterò fino alla morte. Fui analizzato anche nelle settimane precedenti e in quelle successive. Solo quella volta i valori erano sballati".
LA SECONDA VOLTA - A Crotone, poi, un altro controllo antidoping nel 2007: "Mentre riempivo quella provetta non pensavo alla cazzata che avevo fatto. Avevo sniffato più di dieci giorni prima, non valutando le conseguenze di quella follia".
MAGAZZINIERE - Oggi fa il magazziniere in un'industria tessile a Prato: "Questa è la mia vita oggi. Sette ore al giorno. Non mi spaventa, ringrazio mia sorella che mi ha trovato quest’impiego. Da quando ho dovuto smettere col calcio, mi sono rimboccato le maniche. Ho fatto il cuoco, il pizzaiolo, sono andato in Germania. Ho lavorato di giorno e di notte, lavando piatti e riprendendo in mano la mia vita. Sono ancora in piedi"