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    Meglio la Superlega o il super Leicester?

    Meglio la Superlega o il super Leicester?

    • Luca Borioni
    Claudio Ranieri ha praticamente completato il suo ingresso (ritorno) in Champions alla guida della squadra rivelazione d’Inghilterra, anzi del mondo, anzi di tutti i tempi. Ancora un paio di vittorie sulle sette partite che mancano alla conclusione della Premier League e il Leicester sarà praticamente certo di aver conquistato un grande, grandissimo obiettivo. E non solo: ancora un po’ di successi (ne servirebbero sei su sette per la sicurezza matematica, ma è probabile che ne basteranno di meno) e arriverà anche il titolo in campionato. Clamoroso.

    L’esito più folle sta per diventare realtà. E così nelle griglie dei gironi Champions della prossima stagione, accanto alle tradizionali big d’Europa ci saranno anche le volpi di Leicester, con il loro gioco all’italiana, il gruppo compatto, i giocatori di qualità ordinaria e il formidabile loro contropiede in velocità. Nient’altro. Con in più solo la voglia di stupire ancora, sulle orme di un precedente storico, quello del Nottingham Forest di Brian Clough che, dopo aver sorpreso tutti in campionato riuscì a trionfare una, due volte in Coppa Campioni sul finire degli anni ’70.

    Ma quella competizione aveva un nome diverso dalla Champions attuale, oltre a un’anima sicuramente più naif. Era una coppa dedicata alle sole squadre regine dei rispettivi campionati continentali. Se fosse ancora così, il Leicester probabilmente campione d’Inghilterra avrebbe l’esclusiva di rappresentare il campionato inglese in Europa.

    E invece la nuova versione della Champions, varata quasi vent’anni fa con l’allargamento delle partecipanti alle squadre non vincitrici dei tornei nazionali, permetterà comunque alle big inglesi (ad esclusione forse del Chelsea, ormai troppo attardato in classifica) di salvare la faccia.

    Tutto questo mentre, guarda caso, sembra prendere sempre più consistenza il progetto ancora più esclusivo di una Superlega europea, una specie di mutazione genetica della Champions, un torneo d’elite riservato ai club più nobili, a prescindere dalle classifiche stagionali e con l’esclusione preventiva di tutte le altre squadre, sprovviste dei requisiti richiesti.

    Ranieri è il condottiero di una nuova battaglia di retroguardia: “Sarebbe un torneo non riconosciuto dai tifosi, qualcosa di innaturale”, ha detto l’ex tecnico di Valencia, Chelsea, Juve, Roma e Inter (tra le altre). E in molti (ad esempio Van Gaal) gli hanno dato ragione, spiegando piuttosto che sarebbe meglio tornare alla formula di un tempo, quando il massimo torneo continentale vedeva in scena una sola squadra per nazione. 

    Meglio la Coppa Campioni di una volta, oppure meglio la Champions così com'è piuttosto che la coppa dei ricchi, la Superleague del prossimo futuro? Che ne pensate? 

    Ranieri intanto porta avanti la sua missione...

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