Il Lecce rischia il baratro
Nelle pieghe delle 276 pagine di ordinanza del procuratore federale Stefano Palazzi, c’è una frase che allontana il Cesena dalla possibilità di partecipare al campionato di serie A anche l’anno prossimo.
La frase è questa: «Per quanto riguarda la società Atalanta, sebbene dagli atti emergano elementi che lasciano ipotizzare un coinvolgimento diretto da parte di tale società, nella persona di alcuni dirigenti mai nominativamente indicati, nell’attività tendente alla realizzazione della combine della partita Padova-Atalanta, si ritiene che tali elementi non abbiano assunto dignità tale da consentire di sostenere l’accusa nell’ulteriore corso del procedimento». In sintesi, Palazzi ha la quasi certezza che Padova-Atalanta sia stata “aggiustata” dai dirigenti bergamaschi ma non hanno la certezza assoluta, per cui la Figc ha chiesto solo la responsabilità oggettiva. Per vedere il Cesena in A anche l’anno prossimo, servirebbero tre squadre da mettersi alle spalle dopo i processi ed è praticamente certo che l’Atalanta non sarà una di queste. Le chance del Cesena sono legate alle eventuali responsabilità dirette di Lecce e Siena e ad una penalizzazione di almeno 11 punti (visti gli attuali 10 di distacco in classifica, ma con scontro diretto sfavorevole) del Novara. Per quel che riguarda il Lecce, tutto ruota intorno alla vicenda che riguarda Quarta e Masiello: l'imprenditore salentino, secondo la Procura di Bari, era un emissario della famiglia Semeraro? Oppure ha agito in proprio per scommettere? Se fosse vera la prima ipotesi, il Lecce verrà retrocesso (addirittura in C, qualora domani dovesse retrocedere sul campo). Se invece dovesse essere vera la seconda, il Lecce non avrebbe neppure un punto di penalizzazione per l'inchiesta di Bari e rischierebbe qualcosa solo per Cremona, dove agli atti c'è il verbale di un pentito ungherese che racconta di aver pagato alcuni giocatori giallorossi affinchè perdessero la gara con la Lazio, ultima giornata dello scorso campionato (2-4).