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Appena 50 profughi ucraini In Inghilterra, Johnson sotto accusa
Le politiche messe in atto da Londra, infatti, hanno consentito l'arrivo di profughi solo se parenti di cittadini ucraini già regolarmente residenti nel paese e non come accade nel resto d’Europa. L’Home office britannico ha stimato che sinora solo 50 profughi sono stati accolti nel Regno Unito, cifra che ha scatenato numerose polemiche nel paese, soprattutto per lo schieramento in prima linea nell’opposizione all’invasione russa.
La linea del governo di Boris Johnson è stata sinora più restrittiva di molti altri Paesi europei nei confronti dei profughi ucraini, anche rispetto all’Italia che ha accolto l’arrivo di quasi 12mila rifugiati. Non solo: secondo le autorità francesi, nel weekend, gli inglesi avrebbero respinto alcuni ucraini in fuga a Calais, in quanto non in regola con le normative attuali.
Secondo l’esecutivo Johnson, questo schema avrebbe permesso inizialmente l’ingresso di 100mila rifugiati. Poi, dopo aver allargato le maglie dei parametri necessari includendo anche genitori o generazioni più anziane e parenti meno diretti, la stima è salita a 200mila persone che saranno accolte nelle prossime settimane. Ma queste rimangono appunto stime. In concreto, sinora solo 50 ucraini sono riusciti a entrare nel Regno Unito.
Tuttavia, il premier britannico Johnson ha chiarito che sul tipo di accoglienza non intende fare passi indietro. In Inghilterra si continuerà con questo schema caratterizzato da controlli e da una selezione delle persone in fuga dall’Ucraina; non vi sarà quindi un liberi tutti per i profughi ucraini.
Il partito conservatore è spaccato: tra quelli come Sir Edward Leigh, che sostengono le politiche messe in atto da Londra, alla deputata tory Caroline Nokes che invece chiede di attivare subito, e senza filtri, trasporti “Ukrainetransport”, ispirati a quelli che salvarono migliaia di bambini ebrei che, sui treni "Kindertransport", riuscirono a fuggire in Regno Unito dalla Germania di Hitler.