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    Il giorno del capitano del Triplete e del presidente dello scudetto del 1976

    Il giorno del capitano del Triplete e del presidente dello scudetto del 1976

    • Cesare Bardaro
    Buon compleanno a: 

    JAVIER ZANETTI, 1973, ex difensore/centrocampista argentino. Detto Pupi ma anche  Tractor Una delle ultime bandiere. Ha giocato nell'Inter 19 anni, dal 1995 al 18 maggio 2014, data del suo ritiro e ne è tuttora, anche dopo l'arrivo dei cinesi, il vicepresidente. Recordman di presenze,858, con la maglia nerazzurra. (“Le ‘Merengues’ mi volevano, ma non accettai perché non intendevo andarmene senza lasciare una traccia a Milano. Vincere all’Inter aveva un sapore diverso e io non potevo lasciare senza poi fare quello che ho fatto per amore di questa maglia”) Con 645 partite in serie A è il giocatore con il maggior numero di presenze nella storia- E' anche lo straniero con più presenze in Italia. Ha anche il primato di partite giocate con la nazionale argentina: 145. Al di là dei numeri , è uno di quei giocatori che per qualità tecniche e, soprattutto, umane riscuotono un apprezzamento trasversale da parte dei tifosi di tutte le squadre. In questo è accomunato a colui che considera il giocatore più forte con cui ha giocato: Roberto Baggio (“Un grande uomo”)
    “Mi è dispiaciuto che nella mia ultima a San Siro non ci fosse la Curva per squalifica. La Nord mi ha però fatto un grande regalo aspettandomi fuori dallo stadio, venendo una settimana dopo a Verona e poi al Match for Expo” In 19 anni lo ha sempre accompagnato il coro “Tra i neroazzurri c’è/ un giocatore che/ dribbla come Pelé/ Javier Zanetti alé…”.

    E pensare che arrivò a Milano come giunta all'acquisto di  Sebastián Rambert, presto caduto nel dimenticatoio- Considera il gol più importante della sua carriera quello della finale con la Lazio, vinta 3-0, di Coppa UEFA 1998 a Parigi.
    “Ho il 100% di realizzazioni sui calci di rigore, uno ne ho tirato, uno ne ho segnato”
    In 19 A Milano ha anche aperto 2 ristoranti argentini , il ‘Gaucho’ e il ‘Botinero’.

    GIOVANNI LODETTI, 1942, ex centrocampista di Milan, Sampdoria, Foggia e Novara. Era detto "Basléta", che in dialetto milanese indica il mento sporgente,  “poi Liedholm, che curava molto la parte tecnica. Mi aveva ribattezzato Bikila". Fu campione europeo con la nazionale nel 1968. Col Milan vinse  2 scudetti, una coppa Italia, 2 coppe dei Campioni, 1 coppa Intercontinentale e 1 coppa delle Coppe E' famoso anche perché nel 1970 fu escluso dai convocati per Messico 70 quando era già in ritiro in Sudamerica. "La ferita è rimasta aperta e mi ha fatto male per anni. Meno da quando credo di aver capito cos'è realmente successo. Tutti sanno che s'infortuna Anastasi e al suo posto ne convocano due, Boninsegna e Prati. Uno di quelli già in Messico da qualche giorno dovrà tornare a casa, ma noi del Milan sapevamo che Prati aveva una caviglia acciaccata e non era in grado di giocare, infatti non giocò. Sandro Ciotti mi mise una pulce nell'orecchio: se hanno chiamato uno del Milan e uno dell'Inter, non credi che toccherà tornare a uno del Milan o dell'Inter? Ciò, speremo de no, gli ho detto facendo il verso a Rocco. Anche perché dai test ero uno di quelli più resistenti all'altura. Quando il massaggiatore mi ha detto che mi volevano i capi, lì ho capito. State sereni, ho detto ai compagni. Nella stanza c'erano Mandelli, il capodelegazione, Valcareggi, il dottor Fini e un altro dirigente. Ci spiace, Lodetti, ci addolora, ma siamo costretti a tagliarti. Ma non ti preoccupare, convoca tua moglie, per tutta la durata dei mondiali sarete ospiti della federcalcio ad Acapulco e riceverai lo stesso premio che daremo agli altri. Io gli ho detto che erano delle facce di merda, che non si può umiliare così la brava gente e che sarei tornato in Italia col primo volo, cosa che ho fatto. E del premio ne ho visto meno della metà, ma non m'interessava. Continuavo a non capire perché dovessi tornare a casa io per far posto a un Prati zoppo. Continuavo a chiedermi se avevo sbagliato qualcosa, ma andavo d'accordo con tutti. Da qualunque parte la girassi, era un'ingiustizia bella e buona, anzi brutta e cattiva. Valcareggi non contava nulla. Fu Mandelli a decidere” In quella stessa estate, altra batosta "Un mese e mezzo dopo, a 27 anni, il Milan mi brucia definitivamente la carriera, mi cambia la vita. Senza avvertirmi mi
    cede alla Samp: addio scudetti, nazionale, da allora avrei giocato solo per salvarmi-”
    "Mi hanno dimenticato molto presto. Mi sarebbe piaciuto restare nel calcio allenando i ragazzini, lo proposi a Rivera quand'era presidente del Milan o giù di lì: aspettai tre mesi fino a quando presero un altro. Fu la mazzata finale. Da allora basta col calcio e con Rivera. Non ci siamo piu' visti nè sentiti"."Se avessi potuto allenare i ragazzi, una volta li avrei convocati al mattino presto ad una fermata di metropolitana a guardare la gente che lavora, che si muove, che suda, che corre, che si danna. Gli  avrei fatto capire la fortuna di fare il calciatore e il privilegio di ritrovarsi ricchi da giovani. Per carità ,i giocatori oggi sono abituati persino a consegnare al magazziniere la propria valigia alla partenza di
    una trasferta e riprenderla alla fine: gia' trovano disdicevole portare il proprio bagaglio".
    La voglia di correre dietro a un pallone, però, gli è sempre rimasta "Avevo smesso da poco, era ora di dire basta, a 36 anni. Una mattina al parco Trenno vedo dei ragazzi che giocano. Mi fermo a guardare: la squadra che perde ha un giocatore in meno. Non resisto e vado dietro al loro portiere: "Scusa, mi fate entrare?" Quello si volta e non ha tanti riguardi, i ragazzi di oggi sono così:"Ma dai, qui siamo tutti giovani". Insisto: "Gioco anche in porta". Alla fine uno mi fa segno di entrare e dopo un po' mi dice "Sai che sei buono? No, sul serio". Troppo giovani per ricordarsi di Lodetti e allora gli racconto che ho fatto tornei aziendali. "Sì, ma come ti chiami?". Avevo un giubbotto con scritto Ceramica: "Mi chiamo
    Ceramica". Mi hanno guardato strano pero' mi hanno accettato e da allora ogni sabato mattina Ceramica se n'è andato al parco Trenno a giocare, a divertirsi di nuovo: passa Ceramica, tira Ceramica, bravo Ceramica. Solo due anni dopo un tizio mi ha smascherato".
     
    MICHELANGELO RAMPULLA, 1962, ex portiere di Pattese, Varese, Cesena, Cremonese, Juventus, Attualmente è Presidente della Cremonese. Eè stato il primo portiere a realizzare un gol su azione in serie A, segnando per la Cremonese contro l'Atalanta il 23 febbraio 1992  https://www.youtube.com/watch?v=jURNVEznRLY Fu eguagliato solo nel 2001 da Massimo Taibi  «Lo ricordo come fosse adesso, era il 23 febbraio 1992 e stavamo perdendo contro l’Atalanta per 1-0. All’ultimo minuto un compagno batte il calcio d’angolo della disperazione, io lascio incustodita la porta e mi spingo nell’area avversaria. La parabola del pallone è perfetta, mi avvento di testa sorprendendo gli avversari, colpisco con la fronte piena e faccio goal. Gioia indescrivibile, tutti mi abbracciavano, le televisioni ed i giornali per un paio di giorni non hanno parlato d’altro. Una volta tanto il mio nome era stato abbinato non ad una rete subita, ma ad un goal fatto».

    Buon compleanno anche a: 

    KEVIN LASAGNA, 1992, attaccante del Carpi Detto KL15
    DANIELE SCIAUDONE, 1988, centrocampista dello Spezia
    JEVIN MAGRI, 1995, difensore del Vicenza, rientrato dal prestito alla Paganese

    GIANLUCA NICCO, 1988, centrocampista dell'Alessandria
    ANDREA ARRIGONI, 1988, centrocampista del Lecce, la scorsa stagione nel Cosenza
    SIMONE PERICO, 1989, terzino destro del Giana Ermino
    GABRIEL LUNETTA, 1996, ala sinistra del Gubbio, in prestito dall'Atalanta. E' considerato una giovane promessa, anche se ha un cognome più adatto ad un giocatore di basket

    BATTISTA FESTA, 1944, ex centrocampista di Pergolettese, Modena, Cesena, Atalanta
    DANTE BERTONERI, 1963, ex centrocampista di Torino, Avellino, Parma, Perugia, Massese
    FRANCESCO COLONNESE, 1971, ex difensore di Potenza, Giarre, Cremonese, Roma, Napoli, Inter, Lazio, Siena
    STEFANO SACCHETTI, 1972, wx difensore di Modena, Sampdoria, Piacenza, Mantova, Virtus Castelfranco
    CESARE CATTANEO, 1951, ex difensore di Milan, Taranto, Como, Verona, Ternana, Novara, Avellino, Udinese, Varese, Vicenza detto Cesarone o "L'Armaròn" (Il Grande Armadio)
    GIORGIO GORGONE, 1976, ex centrocampista di Lodigiani, Lucchesi, Alzano Virescit, Chievo, Cagliari, Pescara, Perugia, Triestina. Dal 2012 è il vice di Stellone, che ha seguito anche a Bari

    Il 10 agosto era nato anche

    ORFEO PIANELLI, 1920-2005, Presidente del Torino dello scudetto 1976

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