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Il gioco sugli esterni e i gol di Dzeko: prende forma la Roma di Di Francesco
IL CENTROCAMPO - Il primo nucleo è a centrocampo dove, insieme a De Rossi, agiranno Nainggolan e Strootman, cioé gli uomini di maggiore qualità della squadra. E’ vero che la posizione di Nainggolan cambia (non sarà più trequartista dietro a Dzeko), ma è vero anche che il belga è un calciatore polivalente, di forza e di gamba, oltre che di tecnica sopraffina. La sua conferma è di sicuro il colpo migliore che la Roma potesse realizzare dopo le partenze di Salah al Liverpool e Paredes allo Zenit. Buoni anche gli arrivi di Pellegrini (dal Sassuolo) e di Gonalons (dal Lione): pur essendo agli antipodi per età ed esperienza, giocheranno più di quanto si possa pensare. Fondamentale il recupero di Florenzi: è lui l’uomo che è mancato alla Roma dell’anno scorso. Non giocherà più da esterno basso, ma da mezz’ala, il ruolo che predilige e nel quale rende di più.
LA DIFESA - La Roma ha rifatto quasi completamente la difesa (4 giocatori su 5, almeno inizialmente). Se n’è andato il portiere Szczesny e gli è subentrato Allison, suo secondo e titolare in Europa League nella stagione scorsa. Se n’è andato Rudiger ed è arrivato Moreno. Per la destra è stato acquistato Karsdorp e per la sinistra Kolarov, in attesa della guarigione di Emerson Palmieri. Reparto ancora da collaudare (ci sono anche Bruno Peres e Juan Jesus, oltre all’esubero Castan), soprattutto con e per i rientri dei centrocampisti quando non si è in possesso di palla. Nelle amichevoli estive si è vista una linea molto alta che, dunque, non permette errori né nella fase di intrercetto, né nella fase di rilancio. Una linea di difesa molto alta è il presupposto per una squadra corta, esattamente quel che vuole Di Francesco sia per produrre una collettiva opposizione, sia per andare rapidamente al recupero.
L'ATTACCO - A quel punto la squadra si allarga con Defrel, Dzeko e Perotti. Ma anche, quando tornerà disponibile, con El Shaarawy, un giocatore che con la sua disponibilità sa fare le due fasi di gioco. Dzeko, ovviamente, è il terminale offensivo e il suo apporto sarà notevole anche quest’anno. Non ci si inventa centravanti da 39 gol a stagione. I maligni prevedono che non segnerà così tanto. Al contrario, io penso invece che la manovra di Di Francesco possa farlo segnare anche di più. Grande quantità di palloni arriverà infatti dalle corsie esterne, dove l’attività non sarà solo quella dei due di attacco (Defrel e Perotti, Under ed El Shaarawy), ma anche di Kolarov, come accaduto in occasione del gol contro la Juve a Foxborough, domenica sera. Più nel dettaglio la trama di Di Francesco guarderà all’ampiezza del campo per andare ad allargare le squadre avversarie. Nainggolan fungerà in ogni caso da incursore cercando lo scambio corto con gli attaccanti prima di convegere e concludere (o inserirsi). Se, da una parte, molto interesse e curiosità genera il turco Under per il semplice fatto che non si tratta solo di un esterno, ma di un attaccante a tutto tondo, dall’altra c’è molta aspettativa per arrivare a Mahrez del Leicester. Sul valore e la completezza del giocatore non c’è nulla da aggiungere. Mi sorprende, piuttosto, che qualcuno lo accosti a Salah. A mio giudizio non è così. Salah è un calciatore unico che, oltre alla tecnica, aggiunge velocità alla sua fase d’attacco. Inoltre è un calciatore a tutta fascia che, forse per generosità, qualche volta perde lucidità in zona-gol. Mahrez sarà sicuramente importante - per esempio ha maggiore senso tattico rispetto a Salah - ma non gli somiglia (segna, per esempio, molto meno). In ogni caso della Roma bisognerà tornare a parlare più avanti. Di Francesco ha appena cominciato il lavoro e i suoi meccanismi - fatti di tagli e sovrapposizioni esterne ed interne - saranno messi a punto solo per le prime partite di campionato. Partire bene, a Roma, significa accendere subito l’entusiasmo e poter continuare senza assill o paragoni nocivi.