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    Il Genoa fa la partita, il Parma la vince. Ballardini, perché non Pandev?

    Il Genoa fa la partita, il Parma la vince. Ballardini, perché non Pandev?

    • Renzo Parodi
    Ad estrema riprova che il calcio è la scienza del pallone che rotola, la vittoria del Parma a Marassi (3-1) non trova spiegazioni logiche altro che nell'imprevedibilità di un gioco che talvolta dribbla i pronostici e ribalta i valori. Il Genoa tira 17 volte verso la porta di Sepe e segna una sola volta, con il solito Piatek (astuto colpo di testa dopo 5', e fanno nove in sette gare). Il Parma decimato dalle assenze (otto in infermeria, tra cui Inglese, Gervinho, Scozzarella, Dimarco) sembra il classico agnello sacrificale e invece… invece capita che il Grifone, gasato dal repentino vantaggio, si riversi in massa nella metà campo presidiata dall’intera squadra del Parma, secondo il noto vangelo D'Aversa: tutti dietro alla linea del pallone e via in contropiede. Appena si può. E si può raramente ma quando si può si fa male. Le assenze di Inglese e Gervinho fatalmente soffocano un po' le chance di ripartenze. il baricentro del gioco resta assai basso per i Ducali e il gioco è saldamente in mano al Genoa. Eppure, eppure… Su un calcio d’angolo calciato con traiettoria arcuata a rientrare da Barillà il pallone spiove nell'area del portiere e, corretto lievemente dalla fronte di Bruno Alves, finisce all'ex Rigoni che allunga il gambone e lo spedisce in rete. Errore di Radu in uscita o fallo sul medesimo da parte di Ceravolo? Il Var tace, Chiffi non fa una piega, i giocatori del Genoa non protestano, insomma al quarto d'ora la parità è ristabilita. 1-1. Rigoni, festeggiatissimo dai compagni, non esulta per rispetto dei suoi ex tifosi, assiepati nella gradinata Nord, quella del tifo supercaldo.

    La botta potrebbe tramortire il Genoa, invece lo convince a serrare i tempi del forcing offensivo. Sepe per poco non si procura un grottesco autorete, colpa di un rimbalzo falso del pallone su un innocuo tiro di Lazovic che si ripete poco dopo costringendo il portiere a rifugiarsi in corner. Il Parma vacilla sotto le folate genoane, condotte dal frizzante Lazovic sulla fascia mancina e dal saggio ed esperto Criscito sulla destra, in tandem con Pedro Pereira. Al 24' il raddoppio del Genoa pare cosa fatta, ma il colpo di testa di Piatek (sempre al posto giusto al momento giusto) manda il pallone a sbattere contro il palo interno e da lì sulla linea di porta. La goal line techonology certifica che non ha superato la linea per questione di un paio di centimetri. No gol, dunque. Per chi ci crede è il segno del destino (avverso) per il Genoa e difatti due minuti dopo Siligardi scappa sulla fascia di competenza, stringe al centro mangiandosi Criscito e Pereira, nonché Spolli uscito a chiuderlo e scarica un sinistro che manda il pallone ad incastrarsi quasi nel "sette" di Radu. Parma in vantaggio! 2-1. Il Genoa va in gol con Criscito (corner e spizzata di testa di Piatek) ma il Var congela la marcatura e induce l'arbitro Chiffi ad annullarla per la posizione di fuorigioco del capitano del Genoa. Nessuna protesta, l'offside alla moviola è chiaro.

    Il Genoa non demorde, ha in mano il gioco, orchestrato dal sapiente e solido brasiliano Sandro, che trova sbocchi avanzati sul duo Kouame-Piatek, peraltro stretti nella morsa mobile organizzata dai centrali parmensi, il monumento portoghese Bruno Alòves e l'agile e scattante Gagliolo che dopo uno scontro aereo con Medeiros (pure lui contuso) resta in campo con una vistosa fasciatura alla testa e col collega è il padrone del gioco alto, finendo per spegnere gli ardori del pistolero Piatek. Il terzo gol del Parma nasce dal consueto contropiede, pescato al bacio con un lancio lungo da Stulac (che in estate sembrava destinato al Genoa) Ceravolo inventa un lob che uccella il povero Radu. Alla resa dei conti con quel forcing altissimo e forsennato e gli esterni difensivi costantemente oltre la linea di centrocampo il Genoa ha finito per consegnarsi al Parma, concedendogli precisamente le giocate che sono nell'armamentario degli emiliani.

    Ripresa. Persa per persa, Ballardini rivede lo scacchiere tattico del Genoa. Fuori Medeiros e Hiljemark, dentro Favilli e Bessa. Davanti si forma un tridente con Kouame e Favilli larghi e Piatek a fare perno in mezzo all'area di rigore, trasformata in una tonnara in cui si lotta al coltello. Bessa ha il piede caldo e si industria e scardinare la porta di Sepe calciando tre volte dalla media distanza, eppure è il Parma a sentir il profumo del gol, con il guizzante Ceravolo che aveva segnato l’ultimo gol in A nel 2010!) che di testa costringe Radu a cavar fuori con una acrobazia da circo il pallone destinato al fondo della rete. E' un lampo, una fiammata. Da lì in poi gli slanci del Parma si affievoliscono e sale, se possibile, il già intensissimo forcing del Genoa. Ma è più fumo che arrosto, bastasse infarcire l’attacco di punte per diventare più prolifici chiunque potrebbe allenare in serie A. Il calcio è (anche) equilibrio, distanze, assortimento. Nella circostanza non è neppure piàùil caso di parlare di schermi. Il Grifone tenta e ritenta con gli aggiramenti laterali ma al momento di quagliare la folla che gremisce il centro dell'area disinnesca anche i cross più insidiosi. Non resta che sperare in Piatek, santo subito, ma neppure il bomber polacco è attrezzato per i miracoli. La giostra delle sostituzioni non modifica gli equilibri. D'Aversa alterna Di Gaudio e Ceravolo con Bastoni (un difensore) e Da Cruz, un marcantonio che dovrebbe tener palla davanti e si sacrifica cozzando contro Spolli e Biraschi che tengono alta la linea difensiva a costo di rischiare il quarto gol. In realtà è il Genoa a tenere in mano il filo del match ma senza trovare il cambio di passo decisivo. Bessa e Favilli scaldano i guanti di Sepe, Piatek azzecca la zuccata sottomisura ma spedisce il pallone troppo largo sul fondo. Insomma le stelle stanno a guardare e il Parma dopo il colpo di San Siro si porta a casa anche i tre punti da Marassi. Molti rimpianti per il Genoa ma nessun allarme. La qualità della squadra è alta, semmai Ballardini dovrà decidere se insistere col 3-4-1-2 oppure convertirsi stabilmente al più equilibrato e prudente 3-5-2 che l'anno scorso produsse buoni risultati. Ah, un solo appunto. Nel marasma contingente non sarebbe stato il caso di buttare Pandev nella mischia? Sarà un caso ma col macedone in campo il Genoa a Marassi aveva sempre vinto.


    IL TABELLINO

    Genoa-Parma 1-3 (primo tempo 1-3)

    Marcatori: 6’ pt Piatek (G), 16’ pt Rigoni (P), 26’ pt Siligardi (P), 30’ pt Ceravolo (P).

    Assist: 6’ pt Lazovic, 16’ pt Siligardi, 30’ pt Barillà.

    Genoa (3-4-1-2): Radu; Biraschi, Spolli, Criscito; Pereira (26' st Mazzitelli), Sandro, Hiljemark (1’ Bessa), Lazovic; Medeiros (1’ st Favilli); Kouamé, Piatek. All. D. Ballardini.
     
    Parma (4-3-3): Sepe; Iacoponi, Alves, Gagliolo, Gobbi; Rigoni (32' st Deiola), Stulac, Barillà; Di Gaudio (16' st Bastoni), Ceravolo (22' st Da Cruz), Siligardi. All. R. D’Aversa.

    Arbitro: D. Chiffi di Padova.

    Ammoniti: 5’ st Piatek (G), 6’ st Alves (P)

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