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    Il Genoa e la fastidiosa Coppa Italia

    Il Genoa e la fastidiosa Coppa Italia

    • Matteo Oneto

    E' tempo di Coppa Italia in casa Genoa, e ancora una volta si presenta il bivio che da anni sta perseguitando i rossoblù: giocarla alla morte per dare un obiettivo reale e percorribile alla stagione oppure, come in passato, tralasciarla in nome del campionato? I vari Jankovic, Lupatelli, Prato e Kaladze si sono affrettati a dichiarare i loro propositi belligeranti: la Coppa è pur sempre importante e quando si scende in campo bisogna sempre vincere. Le parole sono le stesse degli ultimi anni, quando superati i primi turni contro squadre di serie B si intraprendeva l'avventura Tim Cup come un fosse un fastidio e non un'occasione. Stasera c'è Genoa-Bari, e alle parole battagliere non seguiranno i fatti. Malesani ha già scelto la formazione: i big andranno in panchina, Veloso e Palacio su tutti, Frey e Marco Rossi non sono neanche stati convocati.

    In campo ci saranno Lupatelli, all'esordio, i giocatori in attesa di recupero o di nuove prospettive sul mercato come Kucka, Constant e forse Caracciolo, accompagnati dal dimenticato Birsa. Di certo l'incontro con il Bari si può vincere anche con le seconde linee, ma il segnale è sempre lo stesso: la Coppa Italia non interessa. E' vero che il turno successivo metterebbe di fronte la corazzata Inter, ma una domanda sorge spontanea: perchè tralasciare una Coppa che in sole sei partite, finale esclusa, può farti arrivare in Europa? Senza contare che arrivando in fondo il Genoa potrebbe alzare un trofeo dopo tanti, troppi anni di astinenza. Meglio questo o un campionato che come obiettivo dichiarato ha la parte sinistra della classifica? Bentornata Coppa Italia.

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