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    Il fondo arabo Pif contatta Zhang, ma prima di vendere l'Inter vuole l'ok per lo stadio. Ecco l'intrigo con il Milan e Sala

    Il fondo arabo Pif contatta Zhang, ma prima di vendere l'Inter vuole l'ok per lo stadio. Ecco l'intrigo con il Milan e Sala

    • Pasquale Guarro
    La gestione Suning continua ad accumulare debiti, la proprietà cinese è in seria difficoltà e per diversi motivi (imposizioni governative e mancanze di fondi) non potrà immettere alcuna risorsa economica nell’Inter. Ecco perché l’unico rimedio concreto per garantire continuità aziendale al club è la cessione dei calciatori che hanno mercato: è stato così per Hakimi e Lukaku e in futuro potrà accadere altrettanto per altri calciatori. La storia si ripeterà fin quando Suning non risolverà i propri problemi (eventualità complessa nell’immediato) o fino a quando deciderà di vendere il club.

    QUESTIONE STADIO E VALORE DEL CLUB - Finora da viale della Liberazione hanno sempre smentito un interesse concreto da parte del fondo Pif, ma indiscrezioni provenienti dal mondo arabo raccontano altro: il Public Investment Fund (che oggi ha completato l'acquisto del Newcastle LEGGI QUI) avrebbe avviato i dialoghi con Steven Zhang, ma che quest’ultimo, per adesso, traccheggi perché intento a perseguire la missione che da anni suo padre, Jindong Zhang, intende vedere concretizzata. Quale? Quella di strappare al comune di Milano il sì per la costruzione del nuovo stadio. La versione che proviene da viale della Liberazione, invece, è spiega che finora nessuno ha presentato a Zhang la cifra richiesta, superiore al miliardo di euro. 

    DIATRIBA ZHANG-SALA - A tal proposito il sindaco di Milano, Beppe Sala, che proprio in questi giorni ha vinto le elezioni riconfermandosi come primo cittadino, era stato chiarissimo nel dichiararsi contrario a qualsiasi concessione verso proprietà passeggere (nel caso in cui persistessero riserve per la situazione contingente del club nerazzurro, Elliott potrebbe essere disponibile a fornire supporti adeguati e - a quanto ci risulta - non si può escludere che non lo abbia già fatto presente). E Suning sembra esserlo a tutti gli effetti, nonostante Steven Zhang si fosse premurato di rispondere immediatamente a Sala, per confermare l’impegno a tempo indeterminato della sua famiglia verso l’Inter. Impegno che non è stato seguito dai fatti, perché nel frattempo gli Zhang hanno chiesto un altro bond, si sono messi nelle mani di Oaktree, hanno raggiunto il rosso in bilancio più grave della storia dell’Inter e hanno riparato in parte i danni cedendo due pezzi da novanta e reinvestendo sul mercato solo spiccioli di quel ricavato. Questi sono i fatti, che confluiscono più verso Sala che verso Zhang.

    A FILO DI GAS - Vendere l’Inter con in mano le concessioni per costruire il nuovo stadio e per la bonifica di buona parte dell’area San siro, significherebbe per Zhang cedere il club con altri presupposti rispetto a quelli attuali. Perché il compratore non erediterebbe solo debiti. Da anni Jindong insiste su questo tasto e suo figlio Steven ha demandato la faccenda ad Alessandro Antonello. Cosa accadrà adesso con la rielezione di Sala? Di certo il futuro di Suning sembra ormai segnato, la proprietà cinese guiderà l’Inter a filo di gas e con lo spettro di altre cessioni eccellenti.

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