FILIPPO MONTEFORTE
Salah, tutta la storia: ora l'atteso ritorno
INTROMISSIONE INTER - Con la Viola alle prese con il club di Abramovich per rinnovare il prestito oneroso per l'egiziano, una terza squadra iniziò a corteggiare Salah: l'Inter di Mancini. Dalla diffida scritta di Della Valle alle parole del consigliere di amministrazione Paolo Panerai il passaggio fu brevissimo: "Se le società del calcio dovessero rispettare la trasparenza, l'Inter sarebbe già retrocessa. Che soldi sono, di chi, a partire dalle Cayman? Caro Giovanni (Malagò), Salah è la goccia per commissariare. Non si può più tollerare che le firme e i regolamenti (art.18) valgano meno di zero".
IL COMUNICATO DI ACQUISIZIONE - Da dove nasceva la furia del club viola? E' opportuno riavvolgere il nastro fino al comunicato di acquisizione della società. "ACF Fiorentina comunica di aver acquisito, a titolo temporaneo, i diritti alle prestazioni sportive del calciatore Mohamed Salah dal Chelsea FC. L'accordo con il calciatore egiziano è di prestito fino al 30 giugno 2015 con possibilità di estensione per la stagione 2015 -2016 e successivamente possibilità di esercitare il diritto di opzione per acquisizione definitiva".
DIRITTO DI VETO - Prendendo Salah a gennaio, la Fiorentina si era accordata con il Chelsea per opzionare un altro anno di prestito. Salah avrebbe potuto mettere il veto a questa opzione solamente in caso di rientro al Chelsea. Così ha fatto l'egiziano, tornando a Londra alla scadenza naturale del contratto (il 30 giugno) per poi fare qualche settimana di preparazione agli ordini di Mourinho. Quindi Salah effettivamente è tornato al Chelsea, per poi ripartire subito dopo.
I SOCIAL NETWORK - Il primo atto delle schermaglie tra Fiorentina e Salah è legato dunque all'interesse dell'Inter. Il club viola, per "rinnovare" il prestito, aveva già versato un milione di euro al Chelsea. Ma l'egiziano, improvvisamente, smise di confrontarsi con la società toscana, che pure aveva presentato "una proposta da manicomio": parole del club manager viola, Vincenzo Guerini. L'esplosione del caso portò Salah sulle prime pagine anche a causa dell'utilizzo ardito della pagina Twitter, con tanto di risposte alle testate che riportavano di un egiziano che aveva ormai deciso di "non rispondere al telefono". Il tweet del 30 giugno, in risposta a un lancio di Violanews, certificò la guerra: "Are you sure?". Forse per la prima volta, una trattativa prendeva forma su un social network. Dai primi di luglio si passa al 23 dello stesso mese: "Sono pronto a cambiare foto del profilo", annunciava Salah, fin lì immortalato con la maglia viola. Il vero addio alla Fiorentina. Ramy Abbas Issa, procuratore del calciatore, ha recitato un ruolo chiave nel processo "social" della trattativa. Dalla decisione di postare la foto dello stemma della Roma con l'affare ancora lontano dall'ufficialità alla provocazione di inizio settembre, Issa è stato uno dei grandi protagonisti della telenovela estiva: "Se Salah dovesse essere squalificato a dicembre a causa della storia con la Fiorentina sarei pronto a fare kebab in piazza a Firenze per un giorno intero".
LA ROMA - A inasprire ulteriormente i rapporti tra calciatore, Roma e Fiorentina, la decisione di far arrivare l'egiziano a Fiumicino il 29 luglio, quando l'accordo con il Chelsea doveva ancora ricevere l'approvazione della FIFA e la società viola continuava a dirsi sicura della sua posizione. "Finché non ci sarà il transfer, Salah non potrà giocare: secondo noi - affermava Andrea Rogg, dg della Fiorentina - il giocatore ha un contratto con noi". Molto più duro Andrea Della Valle: "Non è stata una bella cosa vederlo arrivare a Roma. Non so se è stato presentato, anche se di fatto lo è stato ufficiosamente. La Roma poteva risparmiarsi tutto questo, ci sono di mezzo gli avvocati e cercheremo di far rispettare certi contratti". Anche perchè sui social della società giallorossa era comparsa una foto di un allenamento in cui figurava l'egiziano, poi tolta ma non abbastanza in fretta da non essere catturata dai media. Con gli animi già sufficientemente esasperati, prese la scena nuovamente Ramy Abbas Issa: "Salah non ha bisogno di alcuna approvazione della Fiorentina. L'ultimo giorno del suo contratto con i viola è stato il 30 giugno 2015, lo hanno sempre saputo e non abbiamo alcun bisogno di alcun gentlemen agreement con la Fiorentina o altri club. Qualsiasi buona notizia arriverà dalla FIFA, non da Londra". Fino al 3 agosto, alla foto pubblicata e poi cancellata dalla Roma di Salah che si allenava in gruppo. Il preludio dell'ok della FIFA, arrivato due giorni più tardi. Una guerra logorante, dunque, che ha comunque portato Mohamed Salah in giallorosso.
LA FIORENTINA NON SI ARRENDE - La grande partenza stagionale della Fiorentina non è però servita a cancellare fino in fondo il ricordo di Salah. L'ultimo attacco risale al 20 ottobre, con Sandro Mencucci, amministratore delegato viola, che non ha usato giri di parole. "La questione Salah è tutt'altro che chiusa, c'è un procedimento aperto alla FIFA, che deciderà se il comportamento di Salah sia stato giusto o meno. Aveva firmato con noi un contratto pluriennale, pur avendo quella carta privata che gli concedeva un fantomatico diritto di veto ma solo per tornare al Chelsea. La cosa che possiamo aver sottovalutato è il suo cambio repentino, spronato dal signore che ci vuole offrire il kebab in Piazza della Signoria. Sono tutte situazioni spinte dal vil denaro". La replica, da Trigoria, non si è fatta attendere: "Salah non sarà squalificato - ha tuonato Walter Sabatini, ds giallorosso - perché non ne esistono i presupposti. Difenderemo comunque il giocatore in tutte le sedi".
DOMENICA A FIRENZE - Una telenovela che è ancora lontana dalla conclusione ma che domenica si arricchirà di un ulteriore capitolo. Salah tornerà al Franchi e di certo non verrà accolto a braccia aperte dai suoi ex tifosi. Il calciatore non sembra avere particolari timori reverenziali, ma spetterà a Garcia decidere se buttarlo nella mischia o se risparmiargli, almeno in parte, i fischi della Fiesole. Di certo non sarà l'egiziano a tirarsi indietro.
Francesca Schito