Napoli-Fiorentina: il duello Italiano vs Garcia che ha fatto infuriare De Laurentiis, ecco i motivi tattici dietro lo sfogo
BUGIE E VERITÀ DEI NUMERI - Quanto a gol realizzati, il Napoli non sembrerebbe poi stare tanto peggio rispetto alle prime otto del campionato scorso. Con Spalletti ne fece 18, con Garcia siamo a 17. E anche quando prendiamo i gol subiti siamo lì, appena due in più pesano sulla coscienza del francese (7 vs 9). Italiano invece ha migliorato esponenzialmente la voce “gol realizzati”: dove c’era un 7, adesso c’è un 18. Beffa delle beffe, la stessa quantità di gol del Napoli di Spalletti, giusto per mettere il dito nella piaga. Certo Inter-Fiorentina (4-0) è una macchia e gonfia il dato negativo dei gol subiti (11), un po’ come fece Fiorentina-Lazio (0-4) arrivata però alla nona dello scorso campionato. Però si sa, divertirsi e rischiare sono due verbi che si attraggono. Ed è in questa direzione che ragionava anche Spalletti. Garcia… no. O quanto meno non si capisce ancora. Sta di fatto che sia in costruzione che in fase difensiva, questo è un Napoli scordato, a proposito di violini e chitarre… Vorrei riportare la vostra attenzione su una situazione emblematica di Napoli-Fiorentina. Essa infatti illustra perfettamente i motivi per cui Italiano era non dico l’ideale per il post Spalletti (questo non è mai stato il mio parere), ma quanto meno più adatto di Garcia.
Guardate come costruisce il Napoli e come pressa la Fiorentina negli istanti che precedono il vantaggio viola. Gli azzurri fanno tre passaggi scontati, uno dietro l’altro, ignorando quasi a priori le linee più sofisticate al centro, dove sta il play Lobotka, guarda caso sempre superlativo con Spalletti. Lo slovacco è banalmente tornato nell’ombra, anzi il Lobotka l’ha fatto Arthur al Maradona. Meret apre per Natan, che la passa di fianco al terzino, che cerca dritto Kvara. Il pallone si muove solo in un senso, agevolando il pressing estremo degli uomini di Italiano. Da notare questo M. Quarta uscito forte sulla mezzala Zielinski e la diagonale di Duncan.
E mentre Garcia bisticcia con i suoi giocatori, fra cui il terzino Mario Rui (che guarda un po’ gli garantirebbe una migliore gestione della palla), Italiano ne ha trovati di nuovi, di terzini, rispetto a quelli che aveva già (Dodò e Biraghi). Tanto Kayode (che qui sotto anticipa Kvara leggendo il passaggio scontato di Olivera), quanto Parisi permettono a Italiano di cambiare le gomme in fascia, con maggiore efficacia e qualità rispetto allo scorso anno. Di Italiano, oltre al coraggio e al tipo di gioco, va apprezzato anche il coinvolgimento dei giocatori nel turnover. Mentre Garcia con Raspadori e Cajuste sta solo generando confusione, Italiano valorizza tutti. D’altronde può contare su una rosa molto più completa e migliorata rispetto a quella dello scorso anno.
Dopodiché vincono le idee. Avevamo già parlato su questa rubrica del M. Quarta ‘box to box’. Ebbene anche a Napoli un suo inserimento a sorpresa ha destabilizzato la difesa avversaria. Sul passaggio di Arthur per Bonaventura, quindi appena prima del cross di quest’ultimo (anche dell’asse Arthur-Bonaventura si dovrebbe parlare… di fatto è un’altra novità…), M. Quarta va a provocare superiorità numerica sul lato debole del Napoli, in quanto Di Lorenzo si troverà a doversi occupare insieme dell’argentino e di Brekalo, su cui Politano è in ritardo.
L’EPISODIO ZIELINSKI-GARCIA - Più avanti nella gara, a parti invertite, mi ha colpito quest’altro episodio che ha come attori Zielinski e Garcia. Su una rimessa laterale della Fiorentina, quindi col Napoli in fase difensiva, la mezzala polacca stringe d’istinto e piuttosto alta nei pressi dei due centrocampisti del 4-2-3-1 di Italiano. L’allenatore francese gli indica col braccio di arretrare, probabilmente preoccupato della posizione fra le linee di Bonaventura.
Zielinski esegue poco convinto, ma sugli sviluppi della rimessa rimane di fatto a metà strada. Sui costruttori a sostegno di Brekalo (in particolare Duncan e Arthur) e sullo stesso Bonaventura. Insomma, è concedendo questi piccoli vantaggi che lasci all’avversario l’iniziativa.
ARTHUR MEGLIO DI AMRABAT - Un tema chiave della partita è stato infatti quello della libertà di Arthur. Al contrario di Lobotka, e lo abbiamo già scritto sopra, Arthur a Napoli godeva di molta libertà e poteva far valere il suo palleggio, che è di gran lunga più pulito di quello di Amrabat. In una circostanza precisa è stato lo stesso Lobotka a sottolineare il problema.
Ma nemmeno dopo il cambio Raspadori per Anguissa (infortunio a metà primo tempo), quindi mettendogli addosso una seconda punta, le cose sono andate meglio per il Napoli. Arthur infatti trovava il modo di farsela dare comunque, per il semplice fatto che il Napoli non si contrapponeva adeguatamente a livello di intenzione collettiva. In più il passaggio al 4-2-3-1 riportava a galla i limiti di Zielinski e Lobotka nei due di centrocampo. E mentre con Arthur o Lopez al posto di Amrabat la Fiorentina è ora in grado di alternare i ritmi e gestire meglio il pallone imponendosi con maggiore efficacia per tutti i novanta minuti, il Napoli pur con gli stessi protagonisti dello scudetto sembra aver perso la capacità di dominare l’avversario con continuità.