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    Napoli-Fiorentina: a CM parla il doppio ex Volpecina

    Napoli-Fiorentina: a CM parla il doppio ex Volpecina

    • Giovanni Scotto
    L’ennesimo evento sinistro di una stagione sciagurata. Cola a picco il Napoli, fuori dalla Coppa Italia e molto probabilmente dalla corsa Champions. Un destino simile avvolge la Fiorentina, eliminata inopinatamente dalla Juventus, ancora lontana dal terzo posto ma in ballo in Europa League, proprio come la compagine partenopea.  Domenica sul parto verde del San Paolo, torneranno ad affrontarsi Montella e Benitez, "due allenatori stimabili, fautori del bel calcio ma forse eccessivamente audaci". Parola di Giuseppe Volpecina, protagonista del primo Napoli tricolore e titolare nella storica finale di Coppa Uefa disputatasi nel '90 tra la sua Fiorentina e la Juventus. Il profilo ideale per presentare, ai microfoni di Calciomercato.com, una sfida da dentro o fuori.

    Dopo la coppa, il campionato: come ci arrivano Napoli e Fiorentina?
    "Non è semplice assorbire la mazzata psicologica dell’eliminazione. Uscire con la Juve, dopo il vantaggio maturato nella gara d’andata, non è il massimo. Entrambe le squadre sono chiamate ad archiviare repentinamente le recenti delusioni, perché possono ancora confidare nel terzo posto, anche se le distanze iniziano a farsi quasi proibitive. Non c’è tempo per piangere sul latte versato, bisogna dare il massimo".

    La Serie A e subito dopo l'Europa League: è l’ultima spiaggia per il Napoli?
    "E’ una competizione importante e sono certo che gli azzurri, così come i toscani, possano arrivare fino in fondo. Eviterei distrazioni, ci sono ancora tanti punti in palio ed è doveroso provare a scalare la classifica. A Roma, contro una diretta concorrente, il Napoli ha giocato una discreta partita e avrebbe meritato miglior sorte. L’impresa è quasi impossibile, ma nulla è deciso. La Coppa Uefa può essere una sorta di ancora di salvezza per i partenopei, altrimenti la stagione rischia di diventare fallimentare. Non mi aspettavo un calo del genere, ero certo che il Napoli potesse raggiungere senza troppi affanni il terzo posto, ma la Lazio si è inserita alla grande. Gran parte del merito va a Pioli, allenatore equilibrato e serio".

    Alle difficoltà difensive si è aggiunta l’inattesa sterilità dell’attacco: da dove nasce l’involuzione del reparto offensivo?
    "Il Napoli crea ma fatica enormemente nel concretizzare. Le maggiori preoccupazioni riguardano gli altri due reparti. Servivano e serviranno un centrale difensivo e un centrocampista di grande spessore".

    Per il futuro, sembra prendere quota l’ipotesi Montella: può essere l’uomo giusto per un nuovo progetto?
    "Parliamo di un tecnico giovane ma bravissimo. E’ un grande intenditore di calcio, preparato come pochi e ha le idee chiare. Sono certo che reggerebbe il peso dell’ambiente, già da calciatore si è misurato in grandi piazze. Lui, come Benitez, tende a fare un calcio propositivo fondato sul palleggio, ma è anche vero che in Italia, per portare a casa il risultato bisogna saper essere anche speculativi".
     

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