Milanmania: il diluvio, l'orgoglio, i gol dell'Avvocato: il derby più bello della mia vita
Eppure il più bello della mia vita fu un pareggio. Senza dubbio fu quello. Che strano. Il Milan era davanti in classifica, la vittoria valeva 2 punti e l'Inter era lì, appena dietro in classifica a poche giornate dalla fine. Pioveva a dirotto e in Curva eravamo zuppi. Vanno in vantaggio, dominano, Albertosi para un rigore ad Altobelli, a pochi minuti dalla fine segnano il 2-0. Finita. Pioveva proprio a dirotto. Allora un mediano con l'aria del bravo ragazzo, uno che sembrava non sporcarsi mai di fango con quella sua aria da avvocato tirocinante, un tiro lo scoccò da lontano, da fuori area. La palla schizzò slittando nelle pozzanghere e s'infilo' nell'angolino dove Bordon, il portiere dell'Inter, non poteva arrivare. Walter De Vecchi, 2-1. Eravamo ancora più arrabbiati: mancava poco alla fine, troppo poco. Ci eravamo svegliati tardi.
Diluviava. Era forse l'ultimo giro delle lancette al 90' e l'avvocato De Vecchi ci riprovò: stessa posizione, stesso tiro, stessa distanza, stesso tuffo vano di Bordon. Quarant'anni dopo ricordo lo stesso identico gol due volte in un baleno: 2-2, una gioia mai provata prima nella vita. Né in amore né al liceo. Quel 2-2 significò scudetto, un'altra prima volta nella vita: il decimo scudetto della storia rossonera, la stella d'oro sulle maglie. Era il 1979. Eravamo fradici. Eravamo giovani.