Il destino di Cassano porta al Milan
Perdere metà stipendio non è mai simpatico, nemmeno se in busta paga restano oltre centomila euro netti mensili. Ma stiamo tranquilli: ad Antonio Cassano non succederà. Invece di tornare dal 1º gennaio alla Sampdoria con ingaggio ridotto del 50 per cento, come stabilito dal collegio arbitrale, Fantantonio troverà fortuna altrove. Lo aspetta il Milan, con cui ieri sera si è accordato per tre anni e mezzo. A Genova non sarebbe potuto restare: nello spogliatoio doriano la sua presenza è incompatibile con quella di sette (ex) compagni: i testimoni della lite con Riccardo Garrone. Era il 29 ottobre quando il giocatore insultò il presidente, che decise di non perdonare. I suoi compagni confermarono parola per parola. Per Cassano sono spie. O traditori, per usare un termine molto in voga.
Il lodo arbitrale depositato ieri (presidente del collegio Giuggioli, arbitri Macrì e Fazzo) ha riconosciuto l'attenuante dell'«attimo di follia». La società si aspettava la rescissione del contratto, il giocatore temeva una multa. «Non ci sono vincitori né vinti», ha commentato il procuratore di Cassano, Giuseppe Bozzo. «Sono moderatamente soddisfatto», è stato il giudizio di Garrone, che di fronte alla possibilità di tenere Fantantonio a un milione e mezzo l'anno fino al 2013, ha avuto la tentazione di proporre un armistizio. Troppo tardi: la storia d'amore e pallone tra il genio sregolato e la società blucerchiata è finita. Il presidente ha accettato di rescindere il contratto e di lasciare il pallino nelle mani del Milan. Ieri sera in un ristorante milanese, Galliani e Bozzo e hanno trovato l'accordo fino all'estate del 2014. Per concludere il trasferimento c'è da sistemare una clausola da 5 milioni: tanto deve versare la Sampdoria al Real Madrid per la cessione del fantasista entro l'estate 2011. Dati gli ottimi rapporti con la società spagnola, il Milan è in grado di negoziare uno sconto e di inserire nel pacchetto eventualmente un'opzione su Pato.
La sensazione che la trattativa si sarebbe conclusa in fretta si è avuta già nel pomeriggio. Da Abu Dhabi, Massimo Moratti si è tirato fuori malgrado il ko di Sneijder: «Non faccio il mercato sulla base degli infortunati - ha tagliato corto il presidente nerazzurro -. Il discorso non sta in piedi: oltre a essere un grande giocatore, Cassano è un bravo ragazzo, però in questo momento non stiamo cercando un giocatore con le sue caratteristiche». Nel frattempo da via Turati arrivavano smentite sempre più deboli. Intervistato da Milan Channel, Galliani aveva sorriso alla domanda «è vero che il Milan, oltre a Robinho, avrà un altro attaccante di sette lettere?». Lo stesso Robinho benedice l'arrivo dell'ex compagno: «Mi piacerebbe giocare con lui, l'ho già fatto a Madrid, è fortissimo». Meno entusiasta Zlatan Ibrahimovic: «Non ci servono altri attaccanti».
L'addio di Ronaldinho a questo punto è inevitabile. Destinazione Palmeiras (uno sponsor giapponese è pronto a dare una mano, ma il club brasiliano è in difficoltà) oppure i Galaxy di Los Angeles. Nel mercato di gennaio il Milan pensava di pescare un attaccante che sostituisse l'infortunato Pippo Inzaghi. Poi è intervenuto Silvio Berlusconi, che vuole farsi un regalo di Natale e vincere una sfida (fallita in precedenza con Dinho): trasformare Antonio il ribelle, 28 anni, un passato litigioso con Roma e Real Madrid, in un giocatore quasi modello. «Il presidente non mi ha mai parlato di regali - ha tentato di smentire Galliani -. Cassano? Non consiglierei di scommettere soltanto su di lui, perché ci sono tanti giocatori importantissimi che potrebbero muoversi a gennaio, anche oltre frontiera e Oltremanica». Dietro le quinte dell'ufficialità, l'operazione è andata avanti. L'ingaggio sarà ridiscusso, ma Cassano da ieri parte da una base di 1,4 milioni, invece di 2,8