Il derby dell'Inter: Frattesi 'dolce rovello' di Inzaghi, ma può spaccare la difesa del Milan
COME FRATTESI PUÒ SPACCARE IL MILAN - Ma che Frattesi possa seminare distruzione nella difesa del Milan, lo si capisce da molti indizi. Non ci vuole il distruttore di mondi. Basta prendere Bologna-Milan e ad esempio questa azione.
Ho visto Posch che la passa a Zirkzee, che la passa ad Aebischer, in una sorta di Mon Amour cantato da Thiago Motta. Il tutto mentre Thiaw e Tomori vengono adescati e aperti.
È una situazione ideale per Frattesi, che da quella parte costringerebbe Reijnders a seguirlo fin dentro l’area un milione di volte.
Ecco una sponda di Arnautovic nel secondo tempo di Cagliari. Gli inserimenti di Frattesi tra centrale e centrale o centrale e terzino sono delle martellate costanti. Tanto prevedibili quanto sfiancanti.
Inoltre non ha importanza che venga assecondato o meno (in questo caso, per dire, Calhanoglu riconsegna il pallone ad Arnautovic nello spazio generatosi alle spalle di Frattesi). Basta solo la minaccia per cambiare il comportamento o le misure della difesa avversaria, dopodiché si gioca sulle conseguenze.
SENZA FRATTESI - L’Inter senza Frattesi, tuttavia, funziona forse meglio nel complesso, al momento è più armonica, fluida. Lo abbiamo visto in queste prime giornate, dove Calhanoglu, Mkhitaryan e Barella hanno gestito palla divinamente. Ma nessuno di questi tre si inserisce come Frattesi. Anzi, Barella soprattutto, che gioca dalla parte di Frattesi ha trasformato il suo modo di giocare nel passaggio Conte-Inzaghi. È cresciuto nella qualità dei raccordi ed è diventato meno diretto.
Sui cross di Dimarco o sulle discese di Bastoni (forse più frequenti senza Frattesi), o raccoglie respinte e rimorchi dal limite o si limita a presidiare uno spazio. E questa funzione si riflette anche nell’utilizzo che ne ha fatto Spalletti in queste due prime uscite. Più mezzala di qualità che di inserimento.
IL MOSTRO - Insomma l’Inter, con Frattesi in campo, ai due attaccanti aggiunge sempre un altro saltatore perenne. A differenza di Barella, Davide vuole sempre entrare in area, anche solo per effettuare una torre.
È come se il corpo della squadra si deformasse irrobustendo a dismisura un arto, appesantendo un concetto. Del resto il mostruoso è sempre figlio della sproporzione, dello sbilanciamento e dell’eccesso. Spalletti ci è già riuscito, tocca a Inzaghi ora portare da mangiare al mostro.