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    Il Covid e i troppi cambiamenti nei codici

    Il Covid e i troppi cambiamenti nei codici

    • Daniele Cifarelli
      Daniele Cifarelli
    La comunicazione è importante, specie se ha a che fare con leggi e normative.

    E negli ultimi tempi, anche queste ultime hanno risentito il peso dell’emergenza sanitaria, al punto da subire modifiche su modifiche, come riportato dal Sole24Ore, rimandando ad altre norme e risultando incomprensibili al cittadino comune. Questo è frutto sia di una tendenza a usare un linguaggio articolato non accessibile se non agli addetti ai lavori, sia della contingente necessità di inseguire la pandemia.

    In momenti del genere infatti si dovrebbe contare sull’efficacia dei raccoglitori e dei codici, la cui complementarietà garantisce (o dovrebbe garantire) l’accessibilità e la comprensione verso e da parte di tutti.

    Alcune modifiche e rallentamenti li abbiamo avuti anche in tempi non sospetti, prima di ricevere il colpo di grazia dal Covid-19 come ad esempio, tutti quei codici derivati dall’operazione di codificazione avvenuta tra il 2005 e il 2010, dal codice antimafia, passando per quello sul turismo, i beni culturali, e così via.

    I primi cenni del rallentamento si sono verificati nel 2019, con l’arrivo del Codice della crisi di Impresa, ma a singhiozzo.

    Con l’arrivo del 2020 è andato poi tutto perso, e l’emergenza sanitaria ha complicato ulteriormente le cose attraverso l’incremento di leggi ulteriori, specie tra Ottobre 2020 e Giugno 2021, in piena seconda e terza ondata, addirittura ben 12 leggi in più rispetto a quelle licenziate 2 anni prima.

    Un incremento quindi di parole di difficile lettura, come rimarcato anche dal prof. Sabino Cassese, portato inevitabilmente a generare caos e confusione, anche perché su codici esistenti è mancato proprio un intervento di manutenzione continua, solamente una serie di modifiche senza alcuna innovazione, utili solo a esigenze sistematiche ma che non venivano incontro alle esigenze né dei cittadini né delle imprese.

    All’orizzonte adesso c’è anche il codice della ricostruzione nei territori colpiti dal terremoto, e a tal proposito il Consiglio di Stato suggerisce un assemblaggio non solo di leggi ma anche di decreti e regolamenti, come nel caso del bonus 18enni che per 6 anni ha visto un decreto differente all’anno. Metterli insieme, potrebbe renderli più accessibili.
     

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