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Il coronavirus ci presenta il conto per le vacanze più costose della nostra storia
Leggevo proprio stamane su il settimanale “L’Espresso” un articolo molto interessante ed esaustivo sulla attuale situazione sanitaria. In base all’indagine svolta dall’autore si evince che la maggior pare della popolazione nell’ultimo mese aveva già praticamente dimenticato tutte le drammatiche e tragiche tribolazioni che aveva dovuto subire durante la prima ondata della pandemia. Una forma di amnesia che non riguarda soltanto gli italiani, naturalmente, visto che in altri paesi europei se la passano peggio di noi ma che egualmente non giustifica la realtà di un mondo dalla memoria troppo corta.
Lasciamo perdere la ricerca di chi sia la responsabilità principale di questo nuovo attacco sferrato dal virus. I giovani, le discoteche, i negazionisti, quelli che dovevano recuperare il denaro perduto, i distratti, i disattenti, i faciloni, quelli che è un’influenza, i governanti tutti presi dal pensiero delle elezioni, i governatori delle regioni scoordinati tra loro, i responsabili della medicina in perenne contraddizione, l’informazione settoriale o pilotata. Forse l’elenco non è completo ma la verità e che tutti e in una certa possiamo venir accusati e chiamati in causa perlomeno per concorso di colpa.
Ora non siamo punto e a capo ma ci stiamo avvicinando. I giovani asintomatici stanno tornando a casa in città da madri, padri, nonni e zii che poi sono i soggetti più fragili e a rischio di finire in intensiva. Manca un soffio alla riapertura delle scuole e, al di là di ciò che dice l’Azzolina, le idee sono estremamente confuse. L’uso delle mascherine per troppa gente sembra essere diventato un optional. Il rispetto delle distanze è stato vanificato dalla voglia di mare e di merende sulle spiagge. Tram e autobus sono nuovamente pieni. Ai banconi del bar si sta gomito a gomito. Tutto cancellato dalla memoria. Ci sta pensando il Covid a farci ricordare. Presentandoci il conto da pagare per le vacanze più costose della nostra storia.