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Il cooling break sotto gli occhi di Cardinale: il Milan non multa Theo Hernandez e Leao
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Nella sfida dell’Olimpico – pareggiata per 2-2 dai rossoneri contro la Lazio – i riflettori si sono accesi sui due giocatori simboli di quest’epoca milanista. Immediatamente successivo alla firma del pareggio, targato Rafa Leao (entrato in campo da pochi minuti, dopo l’esclusione dall’11 titolare), il direttore di gara Massa ha chiamato il classico cooling break per far rifiatare le squadre. Tutti gli elementi presenti sul rettangolo verde di gioco si sono diretti verso la propria panchina, tutti tranne Leao e Theo Hernandez, rimasti a dissetarsi dalla parte opposta del campo, come dimostra l'immagine (a cura della diretta televisiva di DAZN) di copertina dell'articolo - LEGGI QUI I DETTAGLI: THEO E LEAO NON PARTECIPANO AL COOLING BREAK -.
Erano appena entrati, certo, ma il fatto che siano rimasti in disparte rispetto al resto del gruppo può essere interpretato come un segnale: qualche incrinatura nello spogliatoio è presente e sta lasciando il segno.
LA DECISIONE
Ma al di là di ogni valutazione tecnico-tattica-comportamentale, passiamo a ciò che si può realmente commentare, ovvero i fatti concreti. E la notizia è che, secondo quanto filtra dagli ambienti vicini ai vertici della società di Via Aldo Rossi, Theo Hernandez e Rafael Leao non saranno multati dal Milan per il caso del cooling break. Nessun intervento, dunque, da parte della dirigenza nei confronti delle proprie due stelle. La sosta sarà essenziale per ricaricare le energie, riassestare gli equilibri e ricominciare a remare nella medesima direzione, onde evitare che le acque in cui sta navigando il Milan, non diventino ancora più torbide.
SERVE EQUILIBRIO
Per fare in modo che i rossoneri tornino a macinare quel calcio spumeggiante intravisto negli impegni estivi, è necessario che gli equilibri tra Fonseca e le due stelle tornino a essere stabili ed efficienti. Più volte è stato ribadito come il tecnico lusitano, specialmente per spiegare la loro assenza dalla formazione titolare, in settimana abbia parlato sia con l’esterno francese che con il 10 portoghese. Un discorso atto a far comprendere come la scelta di lasciarli in panchina non fosse da interpretare come una punizione, ma, anzi, potesse far scattare quella scintilla di cui il Milan, in questo periodo, ha estremamente bisogno. E un guizzo, infatti, prima dell’episodio, era anche arrivato, con quell’azione di pregevole fattura che ha portato al pareggio firmato da Leao. Un pari di rabbia sì, ma anche di classe, di talento, di grinta, di passione.
I MOTIVI
Una passione che i tifosi si aspettano che i propri giocatori mettano in campo per risollevare una situazione di classifica che, seppur alla terza giornata, vede il Milan a quota zero successi, con soli 2 punti in campionato. Ma ai tifosi, intanto, vogliamo rispondere: qual è stata la motivazione che ha portato all’assenza di una multa o di una qualsiasi presa di posizione? In realtà è semplice rispondere: la ricostruzione, infatti, è stata fornita dagli stessi diretti interessati. Fonseca, a DAZN, sin da ieri sera negava ogni tensione: "La situazione di Theo e Leao: non c'è nessun problema e penso che Theo abbia già spiegato. Non dobbiamo creare nessun problema, questa settimana ho parlato con i giocatori che hanno accettato la scelta. Non c'è alcun problema, io ero concentrato e non ho visto che erano lì ma penso che Theo abbia spiegato perché. Non creiamo problemi perché non ce ne sono, la risposta dei giocatori è stata bella e non dobbiamo creare problemi quando non ci sono. Non scappo con le scuse e in questo momento non c'è problema"
LE DICHIARAZIONI DI THEO E FONSECA
E lo stesso terzino transalpino aveva già raffreddato e minimizzato la polemica a Milan TV: "Eravamo entrati da due minuti, non avevamo bisogno del cooling break. Non era nulla contro squadra ed allenatore. Ora dobbiamo continuare a lavorare per vincere tutti insieme. Eravamo in campo da due minuti. Non ne avevamo bisogno. Poi la gente parla, dice cose non vere. Io e Rafa siamo sempre con la squadra per aiutare, ed è questo l'importante". Tanto è bastato al board per prendere una decisione in tal senso.
CARDINALE, LA SOSTA E LA PROVA DEL 9
E altrettanto è bastato al patron di RedBird Gerry Cardinale che, a differenza del suo senior advisor Zlatan Ibrahimovic, non era in vacanza e si trovava allo stadio Olimpico a mostrare il proprio sostegno a staff e squadra, in un momento così delicato. Il numero uno ha visto tutta la scena e sa bene come il tutto andrà affrontato una volta che, terminata la sosta, Theo e Leao saranno tornati dai propri impegni con le rispettive Nazionali. Un rientro che vedrà il Milan vedersela prima con il Venezia, per trovare il primo successo ufficiale in stagione, poi debuttare nella nuova Super Champions contro il Liverpool e infine sfidare l’Inter nel derby. Una settimana decisiva per capire di questo Milan che sarà.