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Il cielo sopra Sky: Ferrero 'Er Viperetta' ha morso il Genoa
Massimo Ferrero, detto “er Viperetta”, è diventato famosissimo: in sei mesi è passato da omonimo di “quello della Nutella” a esemplare unico di presidente. Ormai, grazie alle meraviglie di Crozza, si è fatto conoscere da tutti. E solo i più esperti di calcio notano quanto lo strepitoso imitatore fatichi ad aggiornarsi sull’originale. Da “Ilaria a Ostia Lido” a “mezzo infartuato” passando per corse, corna, sciarpe e tutto quanto fa spettacolo: il vero Ferrero è più parodia della sua stessa parodia.
Così l’ascesa mediatica della Samp è diventata discesa del Genoa. E questo non va bene, è un brutto segno. Significa colpevole superficialità. Tv, radio, giornali e web: blucerchiati di qua e Ferrero di là, Okaka super e Soriano grande. E d’accordo che esistono fenomeni invasori del web, ma le prodezze virali dei Moscardelli non fanno male a nessuno. Invece “er Viperetta” morde il grande campionato del Genoa e gli inietta il veleno dell’anonimato. Non è giusto.
Il terzo posto in classifica è ancora zingaro, cambia padrone con cadenza settimanale. Però adesso è colorato di rossoblù, e va detto. E’ di un presidente che non è mai stato un Santo e non va certo beatificato, però merita un applauso dopo tanti fischi. E’ di un gruppo guidato dai capelli sale&pepe di Gasperini, che a Genova non passerà mai di moda. E’ di una squadra abbracciata ad Antonelli e Matri, forse troppo “bravi ragazzi” per essere pubblicizzati anche come “bravi calciatori”. Perché molti schifano i luoghi comuni, ma poi è lì che si accomodano tutti. Ecco: ci vorrebbe uno slancio di fantasia e originalità, stavolta. Basta poco: appena un guizzo.
Ricordo un veglione di qualche Natale fa, con Preziosi scamiciato (e sudato) che si dimenava inseguendo vanamente il ritmo della musica. Un’esibizione ballerina che all’occorrenza il presidente del Genoa può anche replicare. Ma soltanto se noi giornalisti dichiariamo uniti: “Ci serve un campione, meglio se buffone”. Ma altro che terzo posto, saremmo una categoria da zona retrocessione. E allora riflettiamo, dai: vale come un corso di formazione.
Sandro Sabatini (giornalista Sky Sport)
sandrosabatini.com - @SabatiniSky24
Così l’ascesa mediatica della Samp è diventata discesa del Genoa. E questo non va bene, è un brutto segno. Significa colpevole superficialità. Tv, radio, giornali e web: blucerchiati di qua e Ferrero di là, Okaka super e Soriano grande. E d’accordo che esistono fenomeni invasori del web, ma le prodezze virali dei Moscardelli non fanno male a nessuno. Invece “er Viperetta” morde il grande campionato del Genoa e gli inietta il veleno dell’anonimato. Non è giusto.
Il terzo posto in classifica è ancora zingaro, cambia padrone con cadenza settimanale. Però adesso è colorato di rossoblù, e va detto. E’ di un presidente che non è mai stato un Santo e non va certo beatificato, però merita un applauso dopo tanti fischi. E’ di un gruppo guidato dai capelli sale&pepe di Gasperini, che a Genova non passerà mai di moda. E’ di una squadra abbracciata ad Antonelli e Matri, forse troppo “bravi ragazzi” per essere pubblicizzati anche come “bravi calciatori”. Perché molti schifano i luoghi comuni, ma poi è lì che si accomodano tutti. Ecco: ci vorrebbe uno slancio di fantasia e originalità, stavolta. Basta poco: appena un guizzo.
Ricordo un veglione di qualche Natale fa, con Preziosi scamiciato (e sudato) che si dimenava inseguendo vanamente il ritmo della musica. Un’esibizione ballerina che all’occorrenza il presidente del Genoa può anche replicare. Ma soltanto se noi giornalisti dichiariamo uniti: “Ci serve un campione, meglio se buffone”. Ma altro che terzo posto, saremmo una categoria da zona retrocessione. E allora riflettiamo, dai: vale come un corso di formazione.
Sandro Sabatini (giornalista Sky Sport)
sandrosabatini.com - @SabatiniSky24