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    Il CBD diventa stupefacente: restrizioni sulle vendite

    Il CBD diventa stupefacente: restrizioni sulle vendite

    • Giacomo Spurio
      Giacomo Spurio
    Negli ultimi anni, in tutto il mondo è stata registrata una crescente domanda di
    prodotti CBD (cannabidiolo). Infatti con molta frequenza si possono leggere notizie
    che riguardano le soluzioni per i benefici sulla salute e i vantaggi che possono
    comportare se usate in maniera intelligente.

    Il CBD non è altro che una delle tante sostanze presenti nella pianta della cannabis, nota soprattutto per il suo uso ricreativo. Esistono infatti due tipologie di piante di cannabis: la maijuana e le piante di canapa. La differenza si basa sulla presenza o meno di un alto livello di THC (tetraidrocannabinolo); la prima presenta un’alta percentuale di THC, mentre la canapa industriale ne è praticamente priva.
    In Italia è consentito utilizzare l’olio di CBD e altri prodotti correlati e ciò ha fatto si
    che un numero sempre maggiore di business di questo tipo si diffondesse su tutto il
    territorio nazionale.

    Tuttavia, è noto che il sistema legislativo italiano è caratterizzato da confusione e
    lentezza. Dopo un periodo di apertura di vari punti vendita dedicati al CBD infatti,
    attualmente, in Italia, si restringono le possibilità di acquistare la cannabis light.
    Inoltre, molto presto, la sostanza potrebbe essere vietata del tutto.

    Dal 22 settembre, nei negozi che offrono la sostanza, non si potranno più vendere i prodotti “da ingerire” a base di cannabidiolo. Con un decreto del ministro alla salute Orazio Schillaci, il CBD diventa una sostanza stupefacente e può essere venduto soltanto in farmacia. Resta per ora ancora disponibile la cannabis light da fumare, cioè fiori di canapa che naturalmente non contengono thc, sostanza da sempre considerata stupefacente e quindi vietata. Come appena detto però, a breve anche la cannabis leggera, o per lo meno definita così fino a questo momento, rischia di essere vietata del tutto.

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