IL CASO Tevez dopo Falcao, ma il Monaco non viola il fairplay finanziario
Platini sta a guardare mentre il Monaco saccheggia mezz'Europa per costruire il suo giocattolo. Segnatevi questo nome, Dmitry Rybolovlev, è il nome nuovo del ricco calcio europeo, la risposta del club del Principato a Roman Abramovich del Chelsea e gli sceicchi di Manchester City e Paris Saint-Germain. Da quando ha scelto di investire parte del suo (quasi) infinito patrimonio in una squadra di calcio, ha aperto una nuova era nel calcio europeo. La scorsa stagione ha strappato alle big Lucas Ocampos, baby talento argentino del River Plate seguito anche da Juventus e Napoli, quest'anno, dopo la promozione in Ligue 1, ha già speso 120 milioni per James Rodriguez e Joao Moutinho del Porto, Victor Valdes del Barcellona e soprattutto El Tigre Radamel Falcao dell'Atletico Madrid (al quale va aggiunto l'ingaggio di Ricardo Carvalho). E non è finita qui perchè ora punta a Tevez, Boateng, Coentrao e Marchisio.
Un mercato da fantacalcio, che però non si scontra con le norme del fairplay finanziario, che è un accordo stipulato dall'Uefa con i club che partecipano alle competizioni europee. Il Monaco arriva dalla seconda serie francese, non giocherà nessuna coppa fatta eccezione per quelle nazionali e perciò non deve sottostare ad alcuna limitazione nei suoi investimenti. Rybolovlev avrà tempo fino al 30 giugno per ripianare il bilancio 2012-2013. Il monitoraggio triennale con obbligo di non sforare i 45 milioni complessivi di passivo vale, infatti, solo per i club già inseriti nel meccanismo Uefa.
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