IL CASO Ma quale malafede, gli arbitri sono scarsi in Italia e in Europa
"Gli arbitri sono in malafede". Parte da queste pesanti parole del presidente dell'Inter Massimo Moratti l'analisi del CASO della settimana. Il numero uno nerazzurro ha sbottato contro Gervasoni, colpevole di aver "regalato" il penalty all'Atalanta e di non averne fischiato uno a Ranocchia, ma la direzione dell'arbitro di Mantova non è stata l'unica del weekend a finire nell'occhio del ciclone. Sulla graticola anche Tagliavento, fischietto di Fiorentina-Milan, che ha espulso ingiustamente Tomovic, concesso un rigore dubbio ai viola e negato uno evidente ai rossoneri. "Vento del nord", "ritorno all'era pre Calciopoli", "disegni per favorire il Milan in Champions", in questi giorni se ne sono sentite e dette di tutti i colori, alla base delle polemiche in realtà c'è una scarsa qualità della squadra arbitrale.
Ma se i fischietti italiani non ridono, quelli europei stanno decisamente peggio. Orrori in Europa League e in Champions League, da William Collum, che ha diretto Fenerbahçe-Lazio 2-0, a Craig Thomson, arbitro di Borussia Dortmund-Malaga 3-2, che non ha annullato il gol-qualificazione dei gialloneri per evidente posizione di fuorigioco di (ben) quattro giocatori. Per il club tedesco, di fatto, un regalino da 10-12 milioni. Gli errori ci sono stati, ci sono e ci saranno. A tutte le latitudini.
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