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    IL CASO Leonardo: bluff o fenomeno?

    IL CASO Leonardo: bluff o fenomeno?

    • GM

    Il CASO della settimana riguarda Leonardo, l'allenatore dell'Inter finito nell'occhio del ciclone dopo le due pesanti sconfitte con il Milan nel derby e con lo Schalke 04 in Champions League.

    I FATTI. In pochi giorni, il brasiliano è passato da uomo della provvidenza nerazzurra, da tecnico che aveva saputo rimotivare un gruppo che sembrava essersi spento sotto la gestione di Rafa Benitez, a grande punto interrogativo del presente e del futuro nerazzurro. La sua spregiudicatezza tattica e alcune scelte compiute prima e durante i due match sopracitati hanno fatto sorgere nell'ambiente nerazzurro una marea di dubbi sulle sue capacità e, soprattutto, sulla sua permanenza sulla panchina nerazzurra.

    LA DOMANDA. Il futuro di Leonardo sarà ancora all'Inter, e con quale ruolo? Allenatore o dirigente? Una domanda alla quale oggi, in conferenza, ha risposto lo stesso Leonardo: "Quando finirà la mia avventura come allenatore, finirà il mio rapporto con l'Inter. Qui voglio fare l'allenatore e non c'è mai stato un progetto da dirigente. Ho un contratto fino al 2012".

    MORATTI. Il presidente dell'Inter ha prontamente confermato la sua fiducia a Loenardo, con il quale ha parlato a lungo dopo il 2-5 con lo Schalke: "Certo non l'ho trovato su di morale, credo fosse disabituato a questi cambiamenti repentini nelle situazione del calcio. È stata una sconfitta legata alla stanchezza.  Che cosa è cambiato? Beh, è cambiato l'umore e credo possa servire per spingere ancora di più, ma la mia considerazione nei confronti di Leonardo non è cambiata".

    L'AMICO GALLIANI. Dell'ex dirigente e tecnico del Milan, che prima del derby gli ultras rossoneri hanno accolto con lo striscione 'Giuda interista', ha parlato anche l'amministratore delegato del Milan: "È il calcio che è terribile, Leonardo non sta passando nessun momento difficile. Pensate che fino alle 20.45 di sabato scorso era definito come un grande allenatore e il più grande motivatore per aver fatto un filotto straordinario. In realtà è il calcio che è uno sport terribile. Gli sono vicinissimo, è un amico, ma ora non dite che sono interista".

    I PARERI ECCELLENTI.

    XAVIER JACOBELLI:  Al termine delle 72 ore peggiori della sua carriera, improvvisamente Leonardo è diventato un incapace, un dilettante, un inesperto, uno sprovveduto. Così, dopo due giorni di processi e di indiscrezioni, di improvvise quanto retrodatate apparizioni di Guardiola a Milano; di invocazioni a Mourinho, viene spontaneo difendere Leonardo. Con un'arringa articolata in 8 punti che non porti né ad una generica assoluzione per insufficienza di prove né ad edulcorare i suoi errori. 1) Arrigo Sacchi ha scritto sulla Gazzetta: "Leonardo guida una buona vettura con poca benzina".  Parole sagge e, soprattutto, vere; 2) Il primo ad accorgersene era stato Benitez, tecnico dal grande palmarès e dall'altrettanto grande prestigio: assodato che l'età media dell'Inter era di 29,5 anni; 3) Leonardo è stato bravissimo a ricaricare le pile della squadra, riguadagnando 11 punti sul Milan; 4) Se Pazzini non può essere impiegato in Champions, non è colpa di Leonardo; 5) E' colpa di Leonardo l'assetto con tre punte e un trequartista presentato nel derby ed esposto al micidiale contropiede milanista. E' colpa di Leonardo non avere protetto una difesa che ha incassato 19 gol in 9 partite di Champions; 6) Come allenatore, Leonardo non è ancora diventato un fenomeno, anche perchè è alla seconda stagione in carriera, ma non si è improvvisamente rimbambito. Per dirla alla Mourinho, non è mica un pirla; 7) Leonardo può contare sull'unità della squadra; 8) Il giudizio sul lavoro del brasiliano deve essere emesso dopo il traguardo.

    ULIVIERI A CM: "Nel derby l'Inter ha subìto il gol a freddo, ma poi non ha saputo reagire, esponendosi in modo quasi passivo, per una buona parte del secondo tempo, agli attacchi rossoneri. La vittoria del Milan, contro un'Inter che mi è sembrata un po' stanca, più mentalmente che fisicamente, va letta in termini psicologici".

    SIMONI A CM: "Non so cosa pensi Moratti. Penso che sia un po' amareggiato per queste due partite. E' passionale, vuole molto bene alla squadra, al di là della professionalità. E' innamorato della sua Inter e queste ultime due partite l'avranno un po' sconcertato. Avevo letto delle sue dichiarazioni che esaltavano in modo convinto Leonardo e il suo lavoro. Poi sono arrivate queste due sconfitte che certo non lasciano Moratti contento e tranquillo, però penso che non cambi la fiducia nell'allenatore e nella squadra". "Cosa non ha funzionato contro Milan e Schalke? Il motivo non lo so. Qualche giorno fa ho assistito a un allenamento dell'Inter e li ho visti molto motivati, sembravano in una grande condizione, mentale soprattutto, per affrontare la gara con lo Schalke. Evidentemente qualcosa non funziona al meglio, forse sono un po' stanchi. E' una squadra che ha vinto tanto, ha vinto tutto, ci sono giocatori che hanno recuperato dagli infortuni e che magari non hanno una condizione atletica perfetta. E adesso il rendimento è inferiore a quello che è nelle possibilità di questa squadra. Non so se sia un fatto psicologico o fisico, certo che guardando la partita sono rimasto sorpreso. Per quanto riguarda l'atteggiamento tattico, diciamo che l'Inter ha vinto tutto più o meno con la stessa formazione di adesso, ma magari con un'attenzione maggiore alla fase difensiva. Con Mourinho l'Inter giocava più contratta, faceva fare con convinzione il terzino o l'esterno arretrato a Eto'o. Era una squadra che concedeva meno e in contropiede diventava molto pericolosa. Ora magari si gioca un po' più avanti, ma poi non so se il motivo della crisi sia questo. L'Inter anche con Leonardo ha avuto un momento molto buono, ha fatto dei risultati importanti, poi le ultime partite le ha ciccate. Ci sta nel calcio. Per dare un giudizio più preciso dovrei essere partecipe di questa cosa".

    IL MERCATO: Per quanto riguarda l'allenatore, Massimo Moratti ha in mente un solo nome, Pep Guardiola, al di là di un improbabile ritorno di Josè Mourinho, troppo intelligente e scaltro per tornare in una squadra dove ha vinto tutto e dove è amatissimo e dove, dovendo ricostruire, correrebbe solo il rischio di scalfire la sua icona di vincente. Moratti si è innamorato sportivamente di Guardiola da Barcellona-Inter 2-0 della fase a gironi della Champions 2009-10, quando i blaugrana schiantarono l'Inter di Mourinho, che non toccò letteralmente palla. Da quel momento Moratti ha iniziato a coltivare l'idea di vedere Pep silla panchina del suo club. Il patron nerazzurro farà di tutto per portare l'ex giocatore di Brescia e Roma ad Appiano anche per un altro motivo, oltre che per l'apprezzamento delle qualità del tecnico: l'arrivo di Guardiola potrebbe fare da ponte a quello di Lionel Messi, altro grande amore morattiano.


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