Germania-Spagna 8-1. E' questo il risultato dopo le prime due semifinali di Champions League. Real Madrid e Barcellona escono con le ossa rotte dall'andata delle semifinali di Champions League. Al ritorno servirà molto più di una remuntada per giocare l'ultimo atto di Wembley, nel calcio la sorpresa è dietro l'angolo, sembra però molto difficile che Real e Barça riescano a centrare l'obiettivo finale. Al di là dei risultati, pesanti e sorprendenti, ciò che ha più colpito nelle notti di Monaco di Baviera e Dortmund è stato il netto divario in campo. Il Barcellona, tra mille attenuanti, è stato umiliato dal Bayern, che è riuscito a mettere in crisi persino il proverbiale tiki-taka, il Real Madrid non ci ha capito nulla contro una squadra che conosceva bene per averla già affrontata due volte nella fase a gironi (una sconfitta e un pareggio).

Rapidi nelle ripartenze, precisi in copertura, Bayern Monaco e Borussia Dortmund hanno rimandato (a settembre?) Barcellona e Real, con un gioco collettivo abbinato ad una tecnica invidiabile. Troppo forti anche per i supereroi Messi e Ronaldo, che non sono riusciti a salvare Vilanova e Mou. La Pulce che ha segnato 91 gol in un anno solare, ha pagato i guai muscolari, CR7, che con il gol al Borussia Dortmund ha toccato quota 51 centri in 50 gare stagionali, ha predicato nel deserto.

E' presto per parlare di crisi profonda, di fine di un modello, ma i segnali non vanno sottovalutati. Barcellona e Real Madrid considerando il binomio qualità-età media della rosa non sono a fine di un ciclo, ma devono aggiornarsi con i tempi. Non basta spendere e spandere, il grande nome, quello mediatico, non fa per forza rima con vittoria. E la dipendenza da un giocatore non è per forza un valore aggiunto. Serve un progetto a lungo termine, collettivo, servono acquisti mirati (a cosa è servito l'arrivo di Song?), serve una scelta economica in linea con i tempi. In linea con Bayern e Borussia Dortmund.

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