Getty Images
Il caso Atletico Madrid: straordinario in campo, ma situazione debitoria pesante
SUL CAMPO, STAGIONE STRAORDINARIA - E’ stata un’annata straordinaria per l’Atletico Madrid: dopo aver stupito tutti andando a vincere il campionato nello scontro diretto in casa del Barcellona, la squadra di Simeone proverà sabato sera a rovinare i piani dell’ altra grande di Spagna, contendendo al Real Madrid la Champions League nella finale di Lisbona. Ma se sul terreno di gioco la squadra biancorossa è stata esaltata e presa come modello un po’ da tutti, ben più complessa resta la situazione societaria, con un futuro ancora da delineare. Cerchiamo dunque di analizzare i principali risvolti economico-finanziari dell’Atletico Madrid.
LA SITUAZIONE DEBITORIA E' PESANTE - Il club gestito dall’azionista di maggioranza Miguel Angel Gil Marin e dal presidente Enrique Cerezo presenta una situazione finanziaria piuttosto preoccupante, che deriva da gestioni passate poco avvedute e piuttosto rischiose che portarono la squadra a conoscere all’inizio del nuovo millennio l’onta della retrocessione in “Segunda Division” (la serie B spagnola). Dopo la risalita e il ritrovato rango europeo, il club resta comunque in una posizione delicata: attualmente l’Atletico Madrid deve fronteggiare una situazione debitoria di circa 400 milioni di euro, composta da debiti verso lo stato spagnolo, verso le banche e, in parte minore, verso altri club calcistici per operazioni di trasferimento giocatori. Particolarmente pesante è la condizione contratta con il fisco spagnolo: il club è impegnato a rendere allo stato 160 milioni di euro. Tenendo contro del tasso di interesse applicato dal fisco, si calcola che la società di Madrid sia chiamata a restituire annualmente una quota oscillante tra i 15 e i 18 milioni di euro. Le ripercussioni di questa situazione sono evidenti: il club è costretto ogni anno a far cassa lasciando partire i propri migliori calciatori, da un giovane Fernando Torres al Kun Aguero, dall’uruguayano Forlàn fino al “Tigre” Radamel Falcao passato la scorsa estate al Monaco. Si aggiungano poi sia l’impossibilità di concedere rialzi di stipendio troppo sostanziosi sia la limitata possibilità di acquistare giocatori (si punta soprattutto su parametri zero o prestiti da altre società come ad esempio il portiere belga Courtois). A causa di questi persistenti problemi finanziari, l’Atletico è stato uno dei primissimi club a finire sotto la lente d’ingrandimento della Commissione di Controllo Finanziario della Uefa che, già nel 2012, applicò una leggera sanzione congelando momentaneamente la quota-ricavi spettante al club relativa alla stagione europea appena conclusasi, in attesa di un accordo tra il club e i suoi creditori.
RICAVI PER 120 MILIONI - Un altro problema rilevante è il dato che riguarda i ricavi: l’Atletico Madrid nella stagione passata ha generato un giro d’affari complessivo di 120 milioni di euro, ben al di sotto degli altri top club europei. Il confronto è particolarmente impietoso soprattutto se si pensa alla concorrenza che l’Atletico deve fronteggiare entro i confini nazionali, con Real Madrid e Barcellona che raccolgono annualmente cifre quattro volte superiori ai Colchoneros. E’ dunque probabile che, a breve termine, le due big spagnole dovrebbero tornare a lasciare le briciole ai loro avversari. Sui ricavi pesa in particolar modo la voce relativa ai diritti televisivi: la Liga Spagnola è l’unico dei principali campionati europei in cui la contrattazione avviene a livello individuale e non collettivo. In questo modo, è evidente come le tv iberiche e mondiali abbiano particolare interesse a cercare di strappare accordi multimilionari con Merengues e Blaugrana, che restano le due squadre con il maggior seguito di appassionati e che possono così spartirsi la maggior parte dei proventi (circa il 50% del totale) lasciando alle altre società ricavi molto inferiori.
ACCORDI COMMERCIALI - Un’altra area in cui il club può e deve compiere passi avanti è certamente quella degli accordi commerciali. L’Atletico ha stipulato nella presente stagione degli interessanti contratti con l’ente turistico dell’Azerbaigian (main sponsor) e con Nike (sponsor tecnico) ma il valore di mercato del brand dei Colchoneros resta ancora basso e molto lontano da quello dei top team europei. Anche in questo caso, le cause sono facilmente riscontrabili nella forte concorrenza di Real e Barcellona: l’immagine del calcio spagnolo nel mondo è fortemente associata dagli sportivi a questi due club leggendari. Ma grazie ai successi europei conseguiti dalla squadra di Simeone negli ultimi anni (due Europa League e due Supercoppe Europee a far da “antipasto” alla splendida cavalcata cui stiamo assistendo in questa stagione), i dirigenti hanno la possibilità di elaborare delle strategie di marketing di respiro
internazionale per ritagliarsi un importante spazio di mercato. Grande importanza, in questo senso, rivestono le tournée pre-campionato organizzate per implementare la popolarità del brand sui territori extraeuropei. Nelle ultime estati l’Atletico Madrid si è concentrato soprattutto sull’area sudamericana (nella scorsa stagione la squadra ha disputato amichevoli in Argentina, Uruguay e Perù) potendo sfruttare la comune lingua spagnola e dunque una maggior facilità di far presa sul pubblico locale. Nella stagione estiva alle porte il target si sposterà sull’area nord-americana, con la squadra che toccherà gli States e il Messico mentre per il futuro è probabile che vengano studiate politiche commerciali per coinvolgere maggiormente l’area asiatica, portatrice di grandi interessi economici.
Se a livello strettamente calcistico, la squadra di Simeone sta riuscendo a ribaltare le gerarchie mettendo in difficoltà le sue principali avversarie, in campo finanziario i vertici del club devono ancora elaborare delle linee d’
azione per garantire alla società un futuro sostenibile. Per continuare ad essere protagonisti a lungo termine e non essere delle meteore come troppo spesso successo nel calcio spagnolo, ricordando gli esempi di Villarreal e Deportivo La Coruna.