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  • Il cantante Bitossi e il brano per il Genoa: 'E' successo tutto in un'ora, piace anche ai tifosi della Sampdoria'

    Il cantante Bitossi e il brano per il Genoa: 'E' successo tutto in un'ora, piace anche ai tifosi della Sampdoria'

    • Francesco Guerrieri
    "Noi siamo Grifoni" ci tengono a specificare Michele Bitossi e Jacopo Pagano, la coppia di cantanti genovesi che il 19 novembre scorso hanno pubblicato il loro ultimo singolo 'Un'altra stagione', prodotto da Ale Bravo e dedicato alla loro passione per il Genoa: "Sono tifoso rossoblù da tantissimi anni - ci racconta Bitossi nella nostra intervista - la prima volta che mio padre mi ha portato allo stadio è stato a 4 anni nel 1979. Da quel momento è diventata una malattia; mi è capitato più volte di pensare di scrivere una canzone sul Genoa, anche stimolato dai miei amici, ma ho sempre abbandonato l'idea".

    Come mai?
    "Lo spiego con un concetto che esprimeva spesso anche De André, anche se non mi paragonerei neanche lontanamente a lui: quando gli chiedevano di fare una canzone sul Genoa, diceva che è un argomento troppo intimo".

    E poi?
    "Un giorno mi sono trovato in studio insieme a Jacopo Pagano, abbiamo iniziato a parlare di Genoa come si fa tra amici e nel giro di un'ora la canzone era pronta. Poi chiaramente l'abbiamo vista e rivista, non mi era mai successo di avere un approccio così meticoloso nella revisione di un brano".

    Che messaggio volete trasmettere con questa canzone?
    "L'idea è raccontare una storia nella quale tutti si potessero rivedere, tifosi e non. Partire dall'amore di un padre che porta il figlio allo stadio, così come è capitano a noi".

    La canzone sta avendo molto successo.
    "Ci continuano a ringraziare in tanti per averla scritta, la cosa bella è che sono tifosi di ogni squadra; sì, anche della Sampdoria".

    La prima volta allo stadio?
    "Mio padre mi portò in gradinata sud, ma io anziché guardare il campo avevo lo sguardo rivolto esclusivamente verso la nord. Mi colpì molto questo muro rossoblù, dissi che volevo andare lì. Poi, nel 1982, mi ci portò per un Genoa-Catanzaro finito 1-1. Sono abbonato in gradinata nord dal 1987, l'unico anno nel quale non sono andato allo stadio è stato dopo quel Genoa-Milan quando morì Claudio Spagnolo. Lo conoscevo e avevo paura, fu un evento che mi scioccò".

    Qual è la pazzia più grande che ha fatto per il Genoa?
    "Avevo 15 anni, a mio padre avevo detto che ero a studiare da un amico ma sono andato a vedere il Genoa a Liverpool, ad Anfield Road. E abbiamo vinto".

    Di chi era il poster in camera da piccolo?
    "Ce n'erano due: Massimo Briaschi e Silvano Martina. Ma i personaggi veramente importanti per il Genoa per me sono stati il professor Scoglio, Gianluca Signorini, Marco Rossi e Claudio Onofri".

    E il giocatore che le piace di più della squadra attuale?
    "Goran Pandev. Tecnica sopraffina e visione di gioco pazzesca, Mourinho disse che senza di lui non avrebbe vinto il Triplete. Un altro che mi piace molto è Andrea Cambiaso, super tifoso del Genoa e in gradinata nord fino all'altro ieri. E' fortissimo. Poi dico Rovella, che non è più nostro ma mi piace molto".

    Chi le piacerebbe vedere in maglia rossoblù?
    "Al di là dei soliti nomi Lewandowski, Ronaldo, Messi... A me piacerebbe rivedere al Genoa Davide Zappacosta".

    E' contento dell'arrivo di Sheva?
    "E' stato un campione pazzesco, un giocatore che ho amato tantissimo. E da allenatore ha messo i giocatori nel suo ruolo. Pare che Ballardini già dopo la prima partita avesse chiesto di essere mandato via, era in confusione totale e non ha fatto bene. Ha provato qualche sperimento provocatorio, facendoci perdere anche a Salerno. A me però piacerebbe rivedere un altro allenatore sulla panchina rossoblù".

    Chi?
    "Sono una vedova totale di Gian Piero Gasperini, il mio sogno rimane lui".

    Come vive il derby con la Sampdoria?
    "Male. Genova è come Roma, è derby tutto l'anno. A volte vorrei che la Sampdoria sparisse, ma alla fine mi piace averla sempre lì. Però quando vedo quei colori mi viene da star male... Vivere il derby allo stadio è una situazione strana: tu sei lì, ma vorresti essere da qualsiasi altra parte".

    Ogni tanto però va bene. Se lo ricorda il derby con gol di Boselli e la retrocessione della Samp?
    "Certo. In quei giorni suonavo in Puglia con il mio gruppo, fino all'ultimo ero indeciso se rientrare prima di loro per andare al derby o rimanere lì. Alla fine ho detto loro che dovevo andare, mi sentivo che sarebbe successo qualcosa. Ed è stata un'emozione incredibile".

    Sta pensando a una prossima canzone sul calcio?
    "In alcuni miei pezzi ci sono metafore e rimandi al mondo del calcio, ma qualche anno fa insieme a Enrico Brizzi e una band di Bologna che si chiama 'Altre di B' abbiamo scritto un brano che parla dell'essere tifoso. Ed è ancora lì, senza titolo. Sto pensando di farlo uscire a breve...".

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