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Il Barcellona e l'occhio indiscreto della tv...
Esse hanno messo in mostra le dinamiche innescate durante la gara intorno a quei pochi metri quadrati. Cose note a chi è solito abitare quello spazio, ma che esibite al pubblico hanno acquisito ben altro significato. Perché ciò che appare normale dentro quel microcosmo e nel pieno della trance agonistica di gara rischia di risultare abnorme all'osservatore esterno. E di creare bizzarri di motivi di polemica. Ciò che infine ripropone una volta di più il quesito: fino a che punto possiamo lasciare libertà di manovra alle ambizioni panottiche della tv?
Per comprendere il senso dell'interrogativo bisogna guardare al contenuto di quelle immagini e ai motivi per cui hanno suscitato dibattito e qualche sconcerto. Le telecamere del programma “#vamos”, emesso da Movistar, hanno ritratto il debordante protagonismo di Eder Sarabia, il secondo del tecnico blaugrana Quique Setién (QUI). Dal modo di atteggiarsi, dare disposizioni e esprimere commenti pareva che il vero allenatore del Barça fosse il vice anziché il titolare.
In particolare hanno destato scalpore i commenti piuttosto franchi di Sarabia, decodificati attraverso la lettura del labiale. Essi riguardavano considerazioni sia sul comportamento tattico della squadra che sulle performance dei giocatori. E tutto quanto avveniva mentre Quique Setién mostrava un atteggiamento piuttosto distaccato.
Questo contrasto di caratteri, che pare segnare anche un capovolgimento di ruoli e gerarchie, ha dato da discutere ai media spagnoli nei giorni successivi alla gara. Sono state espresse ironie e perplessità.
E invece noi siamo perplessi sulla discussione. In fondo, cosa c'è di così strano in quelle immagini? Ogni staff tecnico ha un capo che è l'allenatore, il quale a sua volta può assumere stili diversi di leadership nella gestione del suo gruppo di collaboratori e nella libertà assegnata a ciascuno. E poiché la casistica è vasta, essa può ospitare anche casi in cui i secondi siano più esplicitamente “vocali” del leader, che invece fa del distacco un elemento essenziale del proprio stile di governo del gruppo.
E quanto al “parlare esplicito”, sembra davvero che si stia esagerando la portata della vicenda. Durante la gara, in panchina, si può dire anche peggio di ciò che è stato decodificato dal labiale di Sarabia. E lo si dice in modo aperto, in situazioni di forte emotività.
Estrapolare quel “parlato” dal suo contesto significa snaturarne totalmente il senso. E crearci sopra una polemica esagerata. Tutto quanto per dimostrare una volta di più che il mezzo televisivo è capace di offrirci segmenti sempre più minuziosi dell'evento. Ma servono davvero? E fino a quale grado di minuzia può spingersi l'agire del mezzo televisivo?