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Icardi: 'Visite con il Real? Sciocchezze. Juve? Spalletti ci taglia la testa se...'
TIFOSO INTERISTA - “Da ragazzino giocavo sempre con l’Inter alla playstation: Adriano era devastante e Martins era velocissimo. Mi piaceva poi il fatto che molta Argentina avesse fatto la storia dell’Inter. Non ero tifoso a quei tempi, ma fu così che i colori nerazzurri iniziarono a entrarmi in testa. Poi, c’è un’altra storia che mi legò molto all’Inter. Un giorno, quando vivevo alle Canarie, alcuni amici di famiglia andarono a Milano in vacanza e fecero pure il tour di San Siro. Tornarono con due berretti, uno dell’Inter e uno del Milan. Erano per me e un mio amico: scelsi io per primo e presi quello dell’Inter, senza il minimo dubbio. Ecco forse proprio in quel momento diventai tifoso. Fu decisamente emozionante quando Moratti in persona mi volle a tutti i costi, ingaggiandomi dalla Samp”.
LA CLAUSOLA - “Le visite mediche con il Real? Sciocchezze. Non è il momento di fare certi discorsi e poi non sono io a gestire queste cose. Non è però ancora arrivato nessuno (ride, ndr). Sia chiaro, io sto bene a Milano, lo sanno tutti. Amo la città, gioco, faccio tanti gol e sono il capitano di un grandissimo club: sono cose importanti per me. Alle questioni di mercato devono pensarci gli altri, a me interessa il campo, devo pensare solo a fare il mio dovere, cioè segnare e aiutare la squadra. C’è Wanda che parla con la società. La clausola l’ha messa l’Inter, non so se è bassa o alta. E le mie intenzioni, ripeto, sono chiare: voglio vincere qualcosa con questa maglia. In futuro, quando arriverà eventualmente il momento di offerte o altro, dovranno tutti andare a parlare con l’Inter, con Piero (Ausilio, ndr) e col presidente, e lì si vedrà. Ausilio dice che faremo tanti rinnovi? Ne abbiamo già fatti tanti in effetti. Ne arriveranno altri allora (ride, ndr). A Piero piace trattare con Wanda, è un amore-odio fra di loro”.
UNA NUOVA INTER - Rispetto all’anno scorso è cambiato l’ambiente attorno alla squadra, in tutti i sensi, e gran parte del merito va a mister Spalletti e al suo feeling con i dirigenti. Ha una personalità molto forte, sa trasmetterti subito ciò che lui vuole e ritiene giusto. Ha aiutato moltissimo lo spogliatoio, è entrato nelle nostre teste, ha cambiato già parecchie cose in questo breve periodo. Sul campo quasi tutti gli allenatori lavorano bene. Spalletti è sicuramente un grande in questo senso, ma la differenza è soprattutto fuori dal campo, per questo parlavo di ambiente diverso, di clima migliore. L’anno scorso siamo andati in ritiro con Mancini, poi è arrivato De Boer a pochi giorni dall’inizio del campionato, quindi via De Boer ed ecco Pioli. Oggi invece è tutto più chiaro attorno alla squadra, e questo ha dato tranquillità alle varie componenti, tutti sono messi nelle condizioni di lavorare nel miglior modo possibile. Si è visto fin dal ritiro estivo… C’è la mentalità giusta da parte di tutti. Noi siamo calmi, concreti, sicuri, ora serve che anche i tifosi sappiano darci una mano in questo senso”.
Juve-Inter - “Deve dare continuità a ciò che abbiamo dimostrato finora. Non siamo primi per caso, ma dobbiamo vivere questa serata come una tappa di un lungo giro. In palio ci sono sempre tre punti, non dimentichiamolo mai. Poi, certo, conosciamo il significato di una sfida simile, bisogna però affrontarla con intelligenza, senza perdere di vista i nostri obiettivi. La partita dello scorso campionato? Beh, se capita quello che è accaduto l’anno scorso il mister ci taglia la testa... La tensione ci giocò brutti scherzi. Ma oggi sappiamo gestire ogni situazione, ne sono certo. C’è la mentalità giusta per affrontare una gara del genere”
GLI OBIETTIVI - “Il nostro scudetto è entrare in Champions, questo ci ha chiesto la società e questo è l’obiettivo da non fallire. I tifosi sognano? E’ giusto che loro vivano un simile sogno, noi però abbiamo il dovere di essere concreti e di tenere i piedi per terra. Portiamo a casa il traguardo Champions, poi se a tre-quattro giornate dalla fine saremo ancora là davanti, allora inizieremo a pensare a cose ancora più grandi. Con Mancini girammo primi alla fine del girone d’andata, eppure chiudemmo male, al quarto posto“
IL NUOVO ICARDI - “Il migliore Icardi di sempre? No, il meglio deve ancora venire. Qui conta molto il lavoro del mister in settimana, è la conseguenza di ciò che ci dice sempre, ogni giorno, ovvero predisporsi a fare una cosa in più per il compagno, per aiutare la squadra. Spalletti è un martello su certi concetti, e non è casuale che dalla panchina escano sempre giocatori motivatissimi, coinvolti. L’anno scorso ho fatto 24 gol e non abbiamo raccolto niente. Certo, voglio fare tantissime reti, ma solo se utili a riportare l’Inter dove deve stare, in Champions per intenderci. Mi manca l’Europa. Per essere al top devo giocare a certi livelli. La Serie A è un grande campionato, però giocare la Champions è un ulteriore step fondamentale, necessario. Se il Mondiale mi aiuterà? Sicuro, lì ci sono tutti i più grandi del pianeta. Se verrò convocato, avrò un’opportunità unica”.