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Icardi: 'Spalletti leader. Bonucci e Biglia grandi colpi, ma l'Inter non è da meno'
“Sto bene. Sto completando il recupero dall’infortunio accusato nel finale della scorsa stagione (stiramento al retto femorale sinistro, ndr). Avevo questa cicatrice all’estensore della coscia e ho rischiato un po’ per giocare con la nazionale, a giugno ho lavorato più forte di quello che dovevo, ma la gamba non era guarita bene e quando sono rientrato dalle vacanze mi mancavano un po’ di elasticità e di tono muscolare. D’accordo con lo staff medico dell’Inter abbiamo deciso di lavorare per elasticizzare il muscolo. Rientrare subito in gruppo sarebbe stato rischioso”.
Pensa di aver forzato troppo per rispondere alla chiamata dell’Argentina?
“Un po’ forse si. Ad Appiano avevo svolto un buon lavoro per guarire da questo “stiramento” e quando sono andato in nazionale lo staff medico della Federazione sapeva tutto. Ho parlato anche con il ct perché ci tenevo molto ad esserci. La gamba stava bene, ma non ero al top”.
Quando la rivedremo in campo?
“Mercoledì alla Pinetina sarò con la squadra a pieno regime. Non c’è nessun allarme. Sarò pronto per l’inizio del campionato”.
Pensa di giocare qualche minuto nell’amichevole del 6 agosto a San Benedetto o in quella del 12 a Lecce? “Lo spero e penso che sia possibile, ma valuteremo nei prossimi giorni con allenatore e staff medico”.
Che stagione si aspetta?
“Piena di soddisfazioni. Se la merita la società e ce la meritiamo anche noi. L’inizio sarà di quelli tosti perché le prime due partite di Serie A saranno contro Fiorentina e Roma, ma se faremo bene in gare così difficili, prenderemo fiducia e riconquisteremo quella continuità di risultati che ci manca da troppi anni. Questo gruppo ha bisogno di iniziare bene per trovare la forza e la convinzione per andare avanti senza fermarsi e senza black out”.
Il Milan ha iniziato il mercato con i fuochi d’artificio, mentre l’Inter con poche operazioni. Preoccupato?
“Noi abbiamo fatto la stessa cosa due anni fa perché avevamo bisogno di ricostruire la base della squadra: comprammo tanti giocatori, ma dopo un’ottima partenza, le cose non andarono bene. Adesso evidentemente il Milan ha la stessa nostra esigenza di allora, mentre l’Inter un blocco solido lo ha e deve solo apportare pochi ritocchi”.
Non teme che il Milan sia molto superiore all’Inter?
“Lo vedremo… Lo scorso anno pensavamo di avere una squadra fortissima, ma non sono arrivati i risultati che speravamo. Il valore dei giocatori lo dà il rendimento sul campo”.
Ammetterà però che con il colpo Bonucci i rossoneri hanno lanciato un segnale forte.
“Sicuramente hanno preso un grande calciatore. Sarà strano trovarmelo di fronte nel derby perché l’ho sempre sfidato con la maglia della Juventus”.
Nel derby avrà contro anche il suo connazionale Biglia.
“L’ho sentito qualche giorno fa: mi ha chiesto di Milano e dei posti migliori dove andare a vivere, poi siamo partiti per la tournée. Biglia è uno forte”.
Cosa pensava di Spalletti prima che diventasse il suo allenatore? “Non lo conoscevo tantissimo. Ho visto che lui con la Roma giocava molto bene e in più Ansaldi, che lo aveva avuto allo Zenis, me ne aveva parlato in maniera entusiasta”.
Cosa l’ha colpita della Roma di Spalletti?
“Il gioco offensivo. Gli piace il bel calcio e ha le idee chiare su come metterlo in pratica”.
Da quando è arrivato all’Inter invece cosa l’ha impressionata di lui?
“La carica che ha mostrato fin dal primo giorno. Ha cambiato l’aria negativa che circondava la squadra”.
L’avvertiva anche lei quest’aria negativa? “Sì, anche se ci sono cose che a parole non si possono spiegare perché si tratta di sensazioni. Nel calcio puoi avere tutti i giocatori forti che vuoi, ma se vai in campo e non fai le cose bene, i risultati non arrivano. A noi fino allo scorso anno succedeva questo e non sapevamo il perché”.
Qual è l’errore del passato che non dovete ripetere?
“Di atteggiamenti che non mi sono piaciuti ce ne sono stati diversi, soprattutto durante la settimana (preferisce non entrare nei dettagli, ma sembra riferirsi ad allenamenti non al massimo, ndr). Spalletti lo ha capito subito e stiamo cercando di migliorare in tutti gli aspetti. Fondamentale è essere più positivi, avere un’altra mentalità”.
In questa tournée in effetti l’Inter è sembrata un’altra squadra.
“Stiamo facendo bene e, anche se abbiamo iniziato da meno di un mese, le idee del nuovo allenatore si vedono in campo”.
E’ Spalletti il leader di questa Inter?
“Un tecnico così ci serviva. Appena arrivato Pioli era riuscito a trasmettere valori postivi alla squadra, lo avevamo seguito e avevamo vinto 9 partite su 10, ma poi c’è stato un calo improvviso di testa ed è finita come sapete. Spalletti è un martello e stiamo cambiando gli atteggiamenti. Con lui le distrazioni sono vietate”.
Com’è stato il primo colloquio tra lei e Spalletti?
“Ha detto cose semplici ovvero che dovevamo fare le cose meglio rispetto al passato, che era necessario cambiare il nostro modo di comportarci sul campo, in settimana e la domenica. Aveva ragione perché continuando come prima, non saremmo andati da nessuna parte”.
Lei è arrivato all’Inter nel 2013. Ha segnato 78 gol in 146 incontri eppure non ha alzato neppure un trofeo né ha mai partecipato alla Champions League. Come la mettiamo?
“Quando ho firmato mi aspettavo di giocare grandi competizioni e di vincere qualcosa, ma il mio sogno è rimasto lo stesso e lavorerò duro per realizzarlo. Sapevo di non arrivare all’Inter in un buon periodo, ma 4 stagioni così… Dal 2013 non so quanti allenatori sono passati, credo sei, e nella mia vita sono cambiate tante cose (si riferisce al matrimonio con Wanda Nara e alla nascita di due figlie, ndr): sono felice, ma voglio vincere con l’Inter. Questa cosa mi manca molto”.
Qual è l’obiettivo stagionale di Icardi?
“Andare in Champions. L’Inter la deve giocare per la sua storia, non si può continuare a star fuori”.
La Juventus è irraggiungibile?
“Il gap lo scorso anno era grandissimo e dobbiamo provare a ridurlo. Sia con i bianconeri, sia con Roma e Napoli. Anche senza Bonucci, la Juve rimane la squadra da battere”.
Nel 2016-17 con 24 gol è arrivato quarto nella classifica dei bomber. Si aspettava di segnare così tanto e di non vincere il titolo?
“Io ragiono in funzione della squadra e voglio segnare reti che portino punti. Spero di fare ancora meglio la prossima stagione, ma non chiedetemi il numero di reti a cui punto. Spero piuttosto che siano pesanti”.
Le darà una manco anche Perisic o il croato andrà allo United?
“Mi auguro che rimanga perché è un giocatore importantissimo, con notevoli qualità- Quanto sta bene e ha la testa qua, è uno dei più forti al mondo. Abbiamo bisogno di uno come lui”.
Resterà anche Eder. Con l’italo-brasiliano così in forma per lei la concorrenza aumenta…
“Contro il Bayern ha segnato due gol fantastici e può darci tanto. La concorrenza non mi spaventa: nelle grandi squadre gioca chi sta meglio”.
Borja Valero che impressione le ha fatto? “Tecnicamente è impressionante e quanto ha la palla al piede non gliela porti via. E’ un grande”.
Si sente di concludere facendo una promessa ai tifosi?
“Non mi piace fare promesse. Unica cosa che posso dire è che cercherò e cercheremo tutti di fare meglio dello scorso anno. Vogliamo la Champions”.