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    Icardi resta l'ago della bilancia. Come cambia il mercato Inter se resta

    Icardi resta l'ago della bilancia. Come cambia il mercato Inter se resta

    • Andrea Distaso
    Una situazione in assoluto divenire, dovuta principalmente ma non soltanto alla partecipazione o meno dell'Inter alla prossima Champions League. In vista del prossimo 30 giugno, il club nerazzurro sa comunque di dover far fronte alle scadenza inderogabili della Uefa in tema di Fair Play Finanziario e all'esigenza di reperire circa 50 milioni di euro in plusvalenze. Resta tema di strettissima attualità il futuro di Mauro Icardi, sempre legato a una clausola rescissoria per l'estero da 110 milioni di euro, da ritoccare al rialzo contestualmente al suo ingaggio in caso di permanenza, o fonte certa di introiti per Suning in caso di cessione forzata.

    PERISIC E SKRINIAR - In casa nerazzurra traspare un certo ottimismo sulla possibilità di trattenere anche stavolta il proprio capitano, che a Milano sta benissimo e non ha mai avanzato la pretesa di cambiare aria. Ovviamente, nel caso in cui si materializzassero le condizioni per la permanenza dell'argentino, l'Inter dovrebbe virare su un piano B per rispettare i paletti economici della Uefa e potersi muovere con maggiore disinvoltura sul mercato in entrata. Oltre ai riscatti quasi definiti di Nagatomo da parte del Galatasaray (che offre 2,5 milioni, ma l'Inter chiede di più) e di Kondogbia dal Valencia (per 25-27 milioni), servirà almeno una cessione molto importante, che potrebbe essere quella di Ivan Perisic al Manchester United, con l'opzione di inserire il francese Martial come contropartita tecnica. In stand-by rimangono le situazioni di Brozovic, che piace sempre ad alcuni club di Premier League e al Siviglia, e di Milan Skriniar, per cui le big inglesi sarebbero disposte a mettere sul piatto cifre astronomiche. 

    CESSIONI MINORI - Per scongiurare il pericolo di perdere uno dei pilastri della propria squadra, l'Inter proverà a completare alcune cessioni "minori", come quelle di giovani prospetti come Andrea Pinamonti, piuttosto che calciatori a fine ciclo in nerazzurro come Santon, Eder e Candreva. Mosse strategiche per non smembrare un gruppo che Spalletti è riuscito a plasmare tra mille difficoltà e che, a prescindere dalla qualificazione alla Champions, ha dimostrato di meritare fiducia per il futuro per poi essere rinforzato con innesti come Asamoah, de Vrij, Lautaro Martinez e non soltanto.

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