Icardi non vale mezzo Ronaldo: Inter, anche quest'anno vinci il prossimo...
"Se quel pallone fosse entrato in rete, adesso staremmo a parlare di un'altra partita". Da venerdì sera me lo stanno ripetendo, fino alla noia, come una mantra, tutti gli interisti che incrocio per strada o in tv, così come quelli che vengono a chattare sulle mie pagine social. Tradotto: la Juventus ha vinto con l'Inter soltanto perché ha avuto una gran fortuna. "E ringraziate anche Spalletti, che ad un certo punto ha tolto inspiegabilmente Politano, il migliore in campo, altrimenti..." rinforzano il concetto i medesimi interisti di cui sopra.
Morale: la Juve è ora avanti in classifica di 14 punti sull'Inter per caso. Non perché è più forte, ma perché deve ringraziare la Dea bendata. E gli interisti, accompagnati dalla ola dei commentatori che speravano in una vittoria nerazzurra, fissano già l'appuntamento non alla gara di ritorno a S.Siro, ma alla prossima stagione, quando le distanze tra Inter e Juventus saranno definitivamente annullate e, finalmente, torneranno a vincere loro i Derby d'Italia, gli scudetti, probabilmente pure le Champions. Perché Zhang, cuore nerazzurro, puntellerà questa squadra e rivedremo in campo di nuovo una grande Inter, dopo quelle di Herrera e di Mourinho. Magari allenata da Antonio Conte.
Ogni anno sento ripetere le stesse cose e le stesse frasi, "preparatevi gobbi, questo è l'ultimo anno che vincerete qualcosa", praticamente una maledizione, quasi un anatema. Poi, però, accade sempre il contrario. Nello Juve-Inter della scorsa stagione, giocato pure quello a dicembre, la squadra di Allegri colpì ben 2 pali e costruì svariate occasioni da rete: terminò 0-0, e tutti finirono, anche quella volta, con l'elogiare l'Inter per l'impresa compiuta a Torino. Stavolta uguale, con la differenza che la partita l'ha persa.
Allora, diamo all'Inter ciò che si merita, ovvero l'onore delle armi, perché - obiettivamente - ha disputato un'ottima gara, soprattutto nella prima parte di partita, sfiorando la rete e mettendo in difficoltà la Juventus. La quale - rimarchiamolo altrettanto - non è stata a guardare, in alcuni momenti della partita ha pure patito l'Inter e rischiato, poi però ha ripreso a giocare come sa, è andata in gol, ha sfiorato il raddoppio e concesso solo un'altra occasione ai nerazzurri, grazie ad uno svarione difensivo di Matuidi. Stop.
L'Inter, secondo quelli intelligenti, l'avrebbe vinta ai punti. E allora, andiamo a contarli tutti sti punti: la Juve ha tirato 18 volte, l'Inter 12. Di questi, 5 volte la Juventus ha centrato la porta, l'Inter 1 (il palo di Gagliardini, appunto). Gli angoli sono stati 10 a 8 a favore della squadra di Allegri, mentre quella di Spalletti è stata leggermente superiore nel possesso palla, 51% a 49%. Mi domando con quale criterio alcuni abbiano calcolato i "punti". Magari sono io a bisticciare con la matematica.
Direi piuttosto che l'Inter è venuta a Torino per giocarsela, dando davvero tutto, tutto quello che - al momento - è in grado di dare con la rosa attuale. Spalletti avrà pure sbagliato a togliere Politano, ma ad un certo punto ha messo in campo tutta la potenza di fuoco a disposizione (Icardi, Lautaro, Perisic e Keita), non gli si può di sicuro rimproverare di essersi difeso. Il problema è che se Icardi non fa virgola, a Cristiano Ronaldo basta giocare al 50% per generare il terrore nella difesa interista, portarsi via minimo 2 marcatori alla volta e permettere a Mandzukic di andare sempre in gol. E se dietro la Juve schiera il miglior Chiellini di sempre (monumentale) con un Bonucci attento e, finalmente, il De Sciglio degli ultimi Europei in Francia, è chiaro che non ce n'è.
L'Inter ha dato tutto, così come prima di lei avevano fatto tutte le avversarie incontrate fin qui da Madama, ma così come era capitato a loro, pure l'Inter ha raccolto zero. Resterà l'illusione di aver accorciato il gap in quei 95 minuti di partita. Guardando però la classifica, l'impressione e invece quella di avere a che fare con una Juventus dominatrice e assolutamente non alla fine di un ciclo , bensì all'inizio di una nuova era.
Dove l'Inter l'ha persa nettamente la partita è stata sugli spalti, in quel settore ospite ad un certo punto lasciato vuoto dai propri fedelissimi, dedicatisi ad altro: aggressioni agli stewart (anche donne), danneggiamenti ai bagni, seggiolini divelti. Barbarie assortite. Fin quando sono rimasti ad occupare il loro spicchio, si erano distinti per i fischi nel minuto di silenzio dedicato a Gigi Radice, allenatore tra l'altro proprio dell'Inter nella stagione 83-84.
Restiamo in attesa di commenti da parte della FIGC ,del CONI e del solerte procuratore federale Pecoraro. Da tutti i soggetti in questione stiamo ancora aspettando, per altro, qualche parola sulle immonde scritte di sabato scorso a Firenze. Chi tace...