Getty Images
Icardi batte Milik, Insigne flop. Joao Mario non fa rimpiangere Nainggolan
TOP INTER
JOAO MARIO: sostituisce Nainggolan messo dietro la lavagna da Spalletti e finisce per essere tra i migliori in campo. Non sta mai fermo da una parte e anche per questo sfugge a marcature attente. Imposta, suggerisce, tira. Ci mette tecnica e anche qualità. Per una notte è lui l’anima della squadra nerazzurra.
ICARDI: non è certo una novità che sia tra i miglior in campo, cosa che potrebbe far storcere il muso visto che non ha segnato, che è sempre cosa grave per un centravanti. Non che non ci abbia provato, ma quando al gol ci è andato assai vicino ha trovato Kuolibaly a fargli dispetto. Altri. Cosicché, il meglio l’ha fatto giocando per gli altri. Per la squadra. Come è scritto nei moderni manuali delle punte.
SKRINIAR: nelle uscite da dietro c’è sempre il piede suo. Vero, come difensore rischia poco o niente perché poco o niente fa il centravanti azzurro, cosicché il meglio di sé lo dà proprio quando palla al piede dà inizio alla manovra. Una sicurezza. Ma per lui non è una novità.
FLOP INTER
BORJA VALERO: gli passano tra i piedi un sacco di palloni, ma quando li “tratta” non ci mette mai troppa qualità. Più che far lui, lascia fare agli altri due del centrocampo, ma non certo per generosità. Cosicché quando Spalletti lo richiama non è una sorpresa per nessuno. Giusto così.
POLITANO: l’inizio sembra promettente, poi un po’ si spegne e un po’ si perde in iniziative personali. L’Inter avrebbe bisogno delle sue giocate, dei suo cross, del suoi tagli, della sua presenza, insomma, ma quasi mai trova tutto questo. E neppure un po’ di questo.
TOP NAPOLI
MERET: è la sua prima volta in trasferta e anche la sua prima volta contro una squadra di “sostanza”. Ebbene, non tradisce un filo di timore, d’apprensione. Un ragazzo con l’atteggiamento, la tranquillità, la sicurezza d’un portiere anziano. Se la salute l’assiste, la malasorte l’abbandona e la lingua gli si scioglie per governare meglio la difesa, almeno in campionato il titolare sarà lui. Del resto, è per questo che il Napoli l’ha preso.
CALLEJON: ala destra nel quattro-tre-tre ed esterno di centrocampo nel quattro-quattro-due, stavolta Ancelotti lo inventa difensore a destra nella linea a quattro. E lui ci sta, guadagnando medaglie per disponibilità ed adattamento. Recupera su Perisic un paio di volte, ma, manco a dirlo, quando gioca dal centrocampo in su è tutt’altra cosa. E là torna, per fortuna, quando s’acciacca Hamsik con Maksimovic che prende il posto suo.
FLOP NAPOLI
ALBIOL: stavolta è lui ad appoggiarsi a Koulibaly. Ne ha bisogno. E’ la giornata in cui là dietro un amico gli serve come il pane. Non si capisce perché, ma sembra confuso nei rinvii, nella marcatura e soprattutto nella posizione da tenere. Cosa che gli fa commettere almeno un paio di peccati gravi che, per fortuna sua e del Napoli non hanno conseguenze.
INSIGNE: se se ne sta avanti non becca un pallone perché il Napoli è quasi sempre rannicchiato su se stesso. Se torna dalle parti dei centrocampisti finisce con il lasciare troppo solo Milik. Insomma, non trova mai la posizione giusta per rendersi utile alla causa azzurra. Ma è pure colpa sua se resta ai margini del gioco. Perché se il pallone non ti arriva te lo vai a cercare. E non vai a cercare gli avversari per scalciarli.
MILIK: vero, tocca si e no due o tre pallone, ma se nella notte di Milano è una delusione ha davvero poche colpe, visto com’è lasciato solo dalla squadra. Male e sostituito. Però le attenuanti non gli mancano.