AFP/Getty Images
Icardi-Barcellona: non poteva funzionare
"Il curriculum di Mauro Icardi a Barcellona si è fermato alla pagina delle giovanili. Più che nel destino, era scritto nel suo fisico che finisse così. Perché lui stesso, anche sulla Gazzetta, lo aveva ammesso: «Tutti i miei compagni d’attacco delle giovanili alti e grossi hanno lasciato il club. Non ho rimpianti per questo, anche perché ha fallito pure uno come Zlatan Ibrahimovic…». Il Barcellona gioca senza un centravanti vero da anni e lo ha provato sulla sua pelle lo stesso Mauro. Come quella volta che al posto suo misero in campo Rafa Alcantara in quel ruolo. Una scelta «politica» per convincere il padre, Mazinho, a firmare il rinnovo del fratello Thiago. E lì il rapporto di Mauro con il club catalano iniziò a incepparsi. Pensare che per convincerlo ad accettare il Barça, ai tempi del Vecindario (Gran Canaria), il club mise in mezzo anche Leo Messi facendogli recapitare diversi regali firmati proprio dalla Pulce. Mauro però è sempre stato troppo libertino per le regole di comportamento dei catalani. Le uscite notturne di nascosto, le sgommate sulla neve fresca in una notte da cartolina a Barcellona, il suo agente dell’epoca che assiste alla semifinale di Champions del 2010 Barça-Inter con la tessera «presa in prestito» da Maurito a Jesjua Andrea Angoy-Cruijff, nipote di Johan e suo compagno delle giovanili. Icardi aveva troppo fisico e troppa vitalità in corpo per restare nei limiti del mare catalano. E così con 300 mila euro la Sampdoria lo portò via nel gennaio 2011 scoprendo un talento adattabile al calcio italiano".