Ibrahimovic:| Si auto-invita alla festa della Juve
Segnali dello svedese, ma costa troppo: servirebbe uno sponsor. Conte chiede al club un salto di qualità.
Festa Juve e Ibrahimovic si auto-invita.
Sul binario che porta allo scudetto della Juventus non c’è più spazio per il calcio giocato, perché la lotta in classifica è chiusa. Da una parte allora c’è il tema della festa tricolore, con i calcoli da fare, le tensioni pre derby e le ombre dei cori razzisti per i quali la società bianconera è stata multata di 30 mila euro. Dall’altra c’è il mercato che plasmerà la prossima Juve, tra le ambizioni e le pretese di Antonio Conte e i messaggi in codice che la premiata ditta Ibrahimovic & Raiola lancia al mondo juventino, abbandonato dallo svedese allo scoppiare di Calciopoli. L’ultima cartolina arrivata da Parigi non è male e sembra quasi un auto-invito alla festa: «Se l’interesse della Juve fosse vero, sarebbe un onore per me —ha detto Ibra domenica notte —. Ho già giocato con loro, sono un grande club e hanno grande progetto. Ma io ho un contratto con il Psg, mancano cinque partite e penso a vincere il titolo poi mi prenderò una vacanza...». Soprattutto l’ultima parte della frase, Ibra l’ha pronunciata in modo piuttosto distaccato. Ma più che fare l’esegesi delle parole del volubile attaccante da 14 milioni di euro a stagione (premi compresi, ci mancherebbe) c’è da capire se la strada che porta Ibra a Torino sia realmente percorribile. Beppe Marotta è stato chiaro: «Raiola ha detto che potremmo prenderlo? Lui fa il suo lavoro e se ha detto così avrà le sue ragioni. La Juve non è in grado si sopportare un contratto così rilevante, così come nessun’altra squadra in Italia. Nel momento in cui Ibra dovesse ridursi lo stipendio, a quel punto ci sarebbero tante squadre disposte a prenderlo. Ma sono abbastanza scettico su un’evenienza del genere...». La soluzione potrebbe stare nel mezzo: Zlatan a Parigi deve affrontare il durissimo regime fiscale imposto ai super ricchi dal presidente Hollande, per cui potrebbe anche dare una sforbiciata ai suoi emolumenti. La differenza tra le pretese di un attaccante di 31 anni e mezzo che in Champions non ha mai spostato gli equilibri e le possibilità della Juve, che ha una politica precisa di contenimento degli ingaggi (Buffon a 4 milioni più bonus è il più pagato), può essere colmata solo da qualche sponsor. L’ipotesi, soprattutto in questa congiuntura storica, è difficile da percorrere, ma non impossibile. E il fatto che se ne parli ad aprile può essere un buon segnale. Discorso diverso per Antonio Conte: l’allenatore ha glissato quando gli è stato chiesto di confermare che resterà al 100% in bianconero. Lui vuole un altro salto di qualità, ma per farlo non prenderà la scorciatoia Chelsea: ci proverà, se lo metteranno nelle condizioni di farlo, con questa Juve. A proposito di salti, ma non di qualità: la Juventus, che ha uno stadio già in diffida, ha preso altri 30 mila euro di multa «per avere alcuni suoi sostenitori, al 26’ p.t. indirizzato ad un calciatore della squadra avversaria delle grida costituenti espressione di discriminazione razziale; per avere inoltre i suoi sostenitori, al 2’ s.t., rivolto reiteratamente ad un calciatore della squadra avversaria, (Balotelli ndr) non schierato in campo, un coro insultante». La Juve ha ricordato il proprio impegno contro il razzismo e «non intende mettere in discussione le decisioni del giudice sportivo» auspicando che «i comportamenti più volte sanzionati allo Stadium siano sanzionati con pari attenzione e collaborazione dei club anche altrove». Se il Napoli, senza Cavani squalificato, non batte il Pescara la festa scudetto potrebbe iniziare già domenica all’Olimpico contro il Toro. Ma la Juve si aspetta (e spera) di festeggiare il 5 maggio contro il Palermo, davanti ai propri tifosi. E senza cattivi pensieri.