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    Ibrahimovic: contatto Juve-PSG

    Ibrahimovic: contatto Juve-PSG

    A volte ritorna. Altre, si accanisce. Come succede per Zlatan Ibrahimovic, sempre in odore di Juventus, ma che nel frattempo fa di nuovo i conti con il suo passato, quello blaugrana. Di nuovo con Lionel Messi. Di nuovo nei quarti di finale di Champions League. L’anno scorso era al Milan, quest’anno con il Psg. Ma sempre da sfidante, non favorito, contro l’eterno rivale con cui non spese mesi spensierati tre stagioni fa a Barcellona.

    Mutismo Convivenza imposta da Guardiola, che nel 2009 si mise in testa di creare una squadra che potesse esprimersi con l’elegante prepotenza di Ibrahimovic e la genialità di Messi. Calcoli sballati almeno quanto il montante della trattativa che portò nelle casse dell’Inter quaranta milioni di euro, e nella rosa di Mourinho un esplosivo Samuel Eto’o. Alla fine, a parte i nerazzurri, ci persero tutti. Il Barcellona finì fuori strada in semifinale di Champions, giustiziato dall’Inter. Ibrahimovic giocò 62 minuti all’andata, persa 3-1 a Milano, e 63 minuti al ritorno, vinto inutilmente 1-0, restando muto come l’argentino, a tradurre in campo l’evidente vuoto d’intesa. Un’incompatibilità che spinse Guardiola a puntare sul vincitore del Pallone d’oro che lo svedese aveva solo annusato, piazzandosi al settimo posto nel 2009.


    Che astio Il Barcellona avrebbe dovuto fargli da trampolino personale, invece Ibrahimovic chiuse l’annata catalana fuori dalla top 20 dei migliori giocatori secondo France Football.Il premio sarebbe andato alla fine del 2010 ancora all’argentino e Guardiola diede comunque il ben servito in estate allo svedese che se ne andò sbattendo la porta. Di nuovo a Milano, main rossonero. L’astio si riversò nell’autobiografia pubblicata la stagione seguente, puntualizzata da quattro nuovi appuntamenti. Il primo nella fase a gruppi (2-2), con Messi a secco, e mancato per un risentimento agli adduttori dallo svedese. Che si presentò puntuale al ritorno con il libro «Io, Ibra» fresco di stampa nel quale Guardiola faceva il filosofo «senza palle», Messi il «bravo studentello», assolutamente da disprezzare. In campo finì 2-3, e una rete a testa per i due rivali. Poi i quarti: zero a zero a Milano, 3-1 al Camp Nou, con doppietta dell’argentino da poco incoronato Pallone d’oro per la terza volta di fila e lo svedese a guardare.

    Juventus Adesso la storia si ripete. Di nuovo Ibrahimovic contro Messi, come è successo ad agosto in amichevole: 2-2 e un gettone per ciascuno. Lo scandinavo, comunque, salterà la prima partita (a Parigi) per la squalifica dopo il rosso rimediato a Valencia, nell’andata degli ottavi di finale, ma sarà sicuramente della sfida al Camp Nou. Finora in Europa ha segnato meno (2), maha offerto più assist (5) di Messi che con i due gol al Milan si è portato a quota sette, accompagnati da tre assist. Cifre superflue per un rendez-vous tra prime donne magari da rigodere il prossimo anno, ma stavolta in chiave Juventus. Per un ritorno che sarebbe molto, molto intrigante. Pavel Nedved ieri a Nyon ha ammesso contatti con Leonardo: «Abbiamo fatto delle valutazioni». Più esplicito il direttore sportivo parigino: «Zlatan è un perno del nostro progetto, manel calcio vale tutto, dipende dai risultati». Magari anche personali, in Champions, contro l’alter ego di sempre.


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