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    Ibrahimovic ci ha messo la faccia ma stia attento a non giocarsela: le commissioni per Zirkzee non siano un alibi

    Ibrahimovic ci ha messo la faccia ma stia attento a non giocarsela: le commissioni per Zirkzee non siano un alibi

    • Gianni Visnadi
      Gianni Visnadi
    Finalmente Ibra ci ha messo la faccia. Sei mesi dopo essere stato nominato collaboratore personale di Gerry Cardinale, il totem dell’ultimo scudetto rossonero ha parlato per la prima volta di Milan, rispondendo a domande, garantendo, rassicurando. A modo suo, ma non potrà dire di non essere stato capito. Il Milan non vende, compra. Il Milan vuole vincere. Il Milan non fa beneficenza. Chi si aspettava di più, forse è rimasto deluso. Ma più di così, Ibra non poteva dire. Resta un collaboratore della proprietà, per quanto ben pagato. Non il padrone. Ciò che vorrà veramente fare del Milan lo sa solo Cardinale, e forse deve anche parlarne con qualcun altro.

    FONSECA E' IL NUOVO ALLENATORE DEL MILAN

    Intanto, Ibra (foto Ac Milan) ha messo la faccia e la firma sull’ingaggio di Paulo Fonseca, ribadendo che Conte col Milan di RedBird non c’entrava nulla. Fonseca è un bravo allenatore e l’ha già dimostrato, perciò Ibra dovrà prepararsi a difenderlo quando sarà necessario, perché arriverà quel momento e in quel momento non basterà certo giocare con le parole, come a lui piace tanto.

    ECCO PERCHE' NON E' ARRIVATO CONTE

    Ibra ha lungamente ribadito i concetti sul calcio sostenibile, lui che ha sempre avuto ingaggi che di sostenibile non avevano nulla, e fra un proclama e l’altro, ha macinato qualche vaga indicazione sul futuro. Proprio sicuri che quella dei sempre più giovani sia l’unica percorribile? Dire a priori no ai parametri zero e ai giocatori in età avanzata, avrebbe reso impossibile lo stesso ritorno di Ibrahimovic in rossonero.

    Fra tutte, la risposta più importante di Ibra riguarda Leao, Theo e Maignan, che a quanto pare resteranno giocatori del Milan anche la prossima stagione. Fino a prova contraria, ci sono di nuovo firma e faccia di Ibra. La squadra era già forte, molto più forte di quanto si è visto in campo, nei derby e nelle coppe. Completarla è un dovere anche per chi fa calcio non per passione ma per affari, come Cardinale e i fondi che sono alle sue spalle. Zirkzee sarebbe un acquisto importante, anche perché accenderebbe l’entusiasmo, come avrebbero fatto Conte o De Zerbi in panchina e non fa invece Fonseca. Perderlo sarebbe un brutto colpo anche sotto questo profilo, non solo dal punto di vista tecnico.

    MILAN-ZIRKZEE: LA PARTITA SI GIOCA SULLE COMMISSIONI

    La questione delle commissioni, che Ibra definisce beneficenza e che invece in affari si chiama trattativa, non può essere un alibi. Pensare e lasciare trapelare che Kia Joorabchian stia giocando contro gli interessi del suo assistito Zirkzee, significa, questo sì, giocare con le parole. È un bluff dire di avere l’accordo con calciatore e non quello con l’agente. La clausola libera il giocatore dal Bologna, ma non ne implica l’obbligo ad accettare l’offerta di chi la paga. Per il sì, serve trattare con l’agente. Stop. Stupisce chi si stupisce, è così da sempre e su quei 15 richiesti c’è da trattare, altro che parlare di beneficenza. Ibra scavi per conoscenza nel suo passato, o chieda a qualcuno della famiglia Raiola, a lui vicina.

    Dopo 6 mesi da collaboratore di Cardinale e il primo show mediatico, i contorni del ruolo di Ibra nel Milan sono ancora indecifrabili, ma di certo siamo lontani da quello che hanno avuto prima Boban e poi Maldini nella squadra che è arrivata allo scudetto. Ibra ci ha messo la faccia, e gliel’hanno fatta mettere, perché a oggi la sua è l’unica veramente spendibile agli occhi dei tifosi. Stia attento a non perderla e a trasformarsi in parafulmini.

    @GianniVisnadi
     

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