AFP via Getty Images
Ibra: 'Cambio il Milan. Certi compagni rendono solo quando è necessario, io decido che va fatto ogni giorno'
L'attaccante del Milan Zlatan Ibrahimovic ha rilasciato un'intervista al sito della Uefa. Tra i temi affrontati, quello della decisione di tornare a vestire la maglia rossonera a 8 anni di distanza dall'ultima volta: "La prima domanda che mi hanno posto era relativa a tutti gli ex che erano tornati e non avevano reso secondo le attese, non riuscendo a ripetere ciò che fecero alla prima esperienza. Quale sarebbe stata la differenza nel mio caso? Io ho semplicemente risposto che non ho mai perso la passione per ciò che faccio. Ogni volta che scendo in campo mi sento come bambino che mangia una caramella per la prima volta. Ho capito che il pallone è il mio migliore amico e voglio stare con il mio migliore amico per il resto della vita".
Il centravanti svedese ha aggiunto: "Sentivo di aver fatto abbastanza e ho iniziato a pensare se continuare o meno. Per me era una grande sfida tornare qui per cercare di cambiare la mentalità, per provare a cambiare la situazione e per trasmettere alla squadra che cosa fosse il Milan. Il Milan che conosco io, il Milan che tutto il mondo conosce".
Sul rapporto coi compagni: "Quando gioco porto in campo il mio carattere, la mia personalità e ovviamente la mia qualità. Metto molta pressione ai miei compagni, cerco di tirare fuori il massimo da ciascuno di loro. Alcuni la prendono bene, altri un po' meno, altri non reggono. Vanno in difficoltà perchè rendono ad alto livello solo quando è necessario, invece io decido che dobbiamo farlo ogni giorno. Per me il modo in cui ti alleni è il modo in cui giochi".
Sul futuro: "Non sono mai soddisfatto, voglio sempre di più e forse è per questo che sono qui oggi e sono in grado di giocare e di fare quello che sto facendo. Prometto che giocherò fino a quando riuscirò a farlo. Finchè ne sarò in grado giocherò ad alto livello. Il giorno in cui non ci riuscirò più smetterò di giocare perchè ho bisogno di sentirmi vivo, di sentire che sto restituendo qualcosa".
Il centravanti svedese ha aggiunto: "Sentivo di aver fatto abbastanza e ho iniziato a pensare se continuare o meno. Per me era una grande sfida tornare qui per cercare di cambiare la mentalità, per provare a cambiare la situazione e per trasmettere alla squadra che cosa fosse il Milan. Il Milan che conosco io, il Milan che tutto il mondo conosce".
Sul rapporto coi compagni: "Quando gioco porto in campo il mio carattere, la mia personalità e ovviamente la mia qualità. Metto molta pressione ai miei compagni, cerco di tirare fuori il massimo da ciascuno di loro. Alcuni la prendono bene, altri un po' meno, altri non reggono. Vanno in difficoltà perchè rendono ad alto livello solo quando è necessario, invece io decido che dobbiamo farlo ogni giorno. Per me il modo in cui ti alleni è il modo in cui giochi".
Sul futuro: "Non sono mai soddisfatto, voglio sempre di più e forse è per questo che sono qui oggi e sono in grado di giocare e di fare quello che sto facendo. Prometto che giocherò fino a quando riuscirò a farlo. Finchè ne sarò in grado giocherò ad alto livello. Il giorno in cui non ci riuscirò più smetterò di giocare perchè ho bisogno di sentirmi vivo, di sentire che sto restituendo qualcosa".