Ibra provoca, è inammissibile: il Milan sa fare a meno di lui. Maldini, è il caso dargli 7 milioni dopo quest'anno?
Il Milan a Parma vince una partita-chiave per entrare nei primi 4 posti e raggiungere il fatidico obiettivo Champions League. L’atteggiamento con il quale la squadra di Pioli aveva affrontato la Sampdoria aveva destato non poche preoccupazioni e invece al Tardini, anche grazie alla possibilità di schierare quasi tutta la formazione titolare, il Milan ha reagito alla grande. Cosa che spesso è accaduta in questo campionato. Infatti, proprio quando il Milan sembrava sul punto di crollare, ha sempre dato il meglio di sé dimostrando a tutti che i rossoneri non si trovano per caso da 30 partite nelle prime due posizioni della classifica. Oltretutto Pioli a Parma ha potuto finalmente schierare 10/11 di formazione titolare con l’unica eccezione di Kalulu al posto di Calabria. E in campo la differenza si è vista, tanto è vero che a Ibra e compagni sono bastati 45 minuti per sbrigare la pratica.
Lo svedese si è messo al servizio della squadra ed è stato determinante in entrambi i gol, peraltro bellissimi. La catena di sinistra Rebic-Hernandez è tornata ad essere devastante e ha indirizzato la gara su un binario tutto rossonero. Insomma, sussistevano i presupposti per un tranquillo pomeriggio emiliano. Ma a stravolgerlo è arrivato il classico episodio inatteso e imprevedibile. Sull’espulsione di Ibrahimovic ho una posizione molto chiara: trattasi di un "rosso"” inaccettabile e ingiustificabile. Soprattutto per un giocatore di grande esperienza che si erge a leader indiscusso della squadra. Lasciarla in 10 per mezzora mettendo a repentaglio una vittoria già in cassaforte non è ammissibile. In nessun caso.
Ho visto che pochi minuti dopo la fine della partita era già uscito un audio con la registrazione delle parole di Ibra a Maresca che non conterrebbero nessun insulto. So già che la contraerea della comunicazione rossonera partirà con le accuse a Maresca di essere permaloso, di aver sentito male e di essersi "inventato" l’insulto di Ibra. Prevedo già che ci sarà una squalifica e poi un ricorso. E che probabilmente verrà pure accettato. Insomma si preparano giorni infuocati, ricchi di polemiche, retroscena, moviole e labiali. Esattamente come quelli che arrivarono dopo la lite Ibra-Lukaku. Ci saranno quelli che proveranno a rappresentare Ibra come vittima di un grande malinteso. Ma noi che, fortunatamente, abbiamo una libertà di pensiero e un’obiettività professionale ci fermiamo a giudicare l’episodio dalle parole di Pioli nel dopo-gara.
Il tecnico rossonero ha dichiarato: "Di solito in questi casi la verità sta nel mezzo, Ibra mi ha detto che ha discusso con Maresca ma non l’ha insultato". Stop. Bene perfetto, basta così. Buona la prima. Ci fidiamo ciecamente delle parole di Pioli. Vogliamo credere che Ibra non abbia insultato Maresca e che dunque otterrà una "sanzione" lieve. Benissimo. Ma rimane la questione più importante che riguarda il professionista Ibrahimovic e soprattutto il leader del Milan. Mi potete spiegare per quale "strano" motivo il centravanti di una squadra che sta vincendo tranquillamente 2-0 a mezzora dalla fine della partita deve protestare reiteratamente e polemizzare con l’arbitro per un fallo a metà campo? Perché Ibra, usando le parole di Pioli, si è messo a "discutere" con Maresca? Perché? Qual era il suo obiettivo? Ha fatto una cosa nell’interesse del Milan o ha dato vita a una delle sue classiche battaglie personali fatte di polemiche e provocazioni? Perché un campione di quasi 40 anni deve innervosire e innervosirsi provocando Lukaku mentre sta vincendo un derby? Perché deve discutere con il "permaloso" Maresca al punto da farsi espellere mentre sta vincendo 2-0?
Io credo che il Milan, invece di giustificare a oltranza Ibra, dovrebbe davvero meditare se sia il caso di rinnovare a 7 milioni all’anno il contratto di un quarantenne che tra infortuni e squalifiche già quest’anno ha disputato metà delle partite. A Parma Ibra ha lasciato i suoi compagni in 10 per una leggerezza o per un equivoco. Ma la cosa più importante da rilevare è che il suo rosso poteva costare molto caro alla classifica del Milan. Bravo è stato Pioli a rimodulare completamente la squadra dopo il gol di Gagliolo che ha accorciato le distanze mettendo davvero a serio rischio i 3 punti. Lo stesso Pioli ha forse rischiato troppo nell’introdurre un modulo del tutto nuovo (il 3-5-1 o 5-3-1 che dir si voglia) lasciando alla squadra di D’Aversa campo libero per attaccare negli ultimi 25 minuti. Ma il risultato ha dato stra-ragione al tecnico rossonero che ha addirittura trovato con un contropiede tutto portoghese il gol della sicurezza. E, onestamente, la squadra ha confermato che nelle prossime partite potrà fare ancora a meno di Ibra. Esattamente come è già successo in metà delle gare stagionali. Magari la squalifica dello svedese, che ricorda quelle degli anni passati che cadevano proprio in questo periodo primaverile, potrebbe suggerire a Maldini di ripensare al ruolo e allo stipendio di Ibra nel Milan della prossima stagione.
Lo svedese si è messo al servizio della squadra ed è stato determinante in entrambi i gol, peraltro bellissimi. La catena di sinistra Rebic-Hernandez è tornata ad essere devastante e ha indirizzato la gara su un binario tutto rossonero. Insomma, sussistevano i presupposti per un tranquillo pomeriggio emiliano. Ma a stravolgerlo è arrivato il classico episodio inatteso e imprevedibile. Sull’espulsione di Ibrahimovic ho una posizione molto chiara: trattasi di un "rosso"” inaccettabile e ingiustificabile. Soprattutto per un giocatore di grande esperienza che si erge a leader indiscusso della squadra. Lasciarla in 10 per mezzora mettendo a repentaglio una vittoria già in cassaforte non è ammissibile. In nessun caso.
Ho visto che pochi minuti dopo la fine della partita era già uscito un audio con la registrazione delle parole di Ibra a Maresca che non conterrebbero nessun insulto. So già che la contraerea della comunicazione rossonera partirà con le accuse a Maresca di essere permaloso, di aver sentito male e di essersi "inventato" l’insulto di Ibra. Prevedo già che ci sarà una squalifica e poi un ricorso. E che probabilmente verrà pure accettato. Insomma si preparano giorni infuocati, ricchi di polemiche, retroscena, moviole e labiali. Esattamente come quelli che arrivarono dopo la lite Ibra-Lukaku. Ci saranno quelli che proveranno a rappresentare Ibra come vittima di un grande malinteso. Ma noi che, fortunatamente, abbiamo una libertà di pensiero e un’obiettività professionale ci fermiamo a giudicare l’episodio dalle parole di Pioli nel dopo-gara.
Il tecnico rossonero ha dichiarato: "Di solito in questi casi la verità sta nel mezzo, Ibra mi ha detto che ha discusso con Maresca ma non l’ha insultato". Stop. Bene perfetto, basta così. Buona la prima. Ci fidiamo ciecamente delle parole di Pioli. Vogliamo credere che Ibra non abbia insultato Maresca e che dunque otterrà una "sanzione" lieve. Benissimo. Ma rimane la questione più importante che riguarda il professionista Ibrahimovic e soprattutto il leader del Milan. Mi potete spiegare per quale "strano" motivo il centravanti di una squadra che sta vincendo tranquillamente 2-0 a mezzora dalla fine della partita deve protestare reiteratamente e polemizzare con l’arbitro per un fallo a metà campo? Perché Ibra, usando le parole di Pioli, si è messo a "discutere" con Maresca? Perché? Qual era il suo obiettivo? Ha fatto una cosa nell’interesse del Milan o ha dato vita a una delle sue classiche battaglie personali fatte di polemiche e provocazioni? Perché un campione di quasi 40 anni deve innervosire e innervosirsi provocando Lukaku mentre sta vincendo un derby? Perché deve discutere con il "permaloso" Maresca al punto da farsi espellere mentre sta vincendo 2-0?
Io credo che il Milan, invece di giustificare a oltranza Ibra, dovrebbe davvero meditare se sia il caso di rinnovare a 7 milioni all’anno il contratto di un quarantenne che tra infortuni e squalifiche già quest’anno ha disputato metà delle partite. A Parma Ibra ha lasciato i suoi compagni in 10 per una leggerezza o per un equivoco. Ma la cosa più importante da rilevare è che il suo rosso poteva costare molto caro alla classifica del Milan. Bravo è stato Pioli a rimodulare completamente la squadra dopo il gol di Gagliolo che ha accorciato le distanze mettendo davvero a serio rischio i 3 punti. Lo stesso Pioli ha forse rischiato troppo nell’introdurre un modulo del tutto nuovo (il 3-5-1 o 5-3-1 che dir si voglia) lasciando alla squadra di D’Aversa campo libero per attaccare negli ultimi 25 minuti. Ma il risultato ha dato stra-ragione al tecnico rossonero che ha addirittura trovato con un contropiede tutto portoghese il gol della sicurezza. E, onestamente, la squadra ha confermato che nelle prossime partite potrà fare ancora a meno di Ibra. Esattamente come è già successo in metà delle gare stagionali. Magari la squalifica dello svedese, che ricorda quelle degli anni passati che cadevano proprio in questo periodo primaverile, potrebbe suggerire a Maldini di ripensare al ruolo e allo stipendio di Ibra nel Milan della prossima stagione.