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Ibra leone a metà: per lo scudetto del Milan serve che ritrovi la freddezza
TRE INDIZI FANNO UNA PROVA - E' accaduto una prima volta contro l'Atalanta, quando Ibra nel giorno del pesante 0-3 contro gli orobici non ha trovato di meglio che provocare Duvan Zapata ("Ho fatto più gol io che tu partite in carriera"). La cosa si è ripetuta poi in modo clamoroso nel derby di Coppa Italia perso contro l'Inter, con la rissa (per fortuna solo verbale) con Romelu Lukaku e poi con l'ingenuità che è costata allo svedese la seconda ammonizione e la conseguente espulsione. Infine, la scarsa lucidità che il numero 11 del Milan ha in questo periodo la si è vista anche nel match vinto a Bologna, nel quale Ibrahimovic ha fallito il suo terzo rigore in questo campionato (il quarto da quando è tornato al Milan, su un totale di nove calciati).
ORA SERVE UN LEONE AL 100% - E' evidente che d'ora in poi, entrando nella fase decisiva della stagione, il Milan non possa permettersi un Ibra così nervoso e poco lucido. Il classe 1981 di Malmoe deve guidare la squadra con lucidità glaciale, quella a cui ci ha spesso e volentieri abituato. Una qualità che, unitamente alla eccezionali qualità fisiche e temperamentali, gli consente ancora di fare la differenza, nel nostro campionato, a 39 anni. Domenica a San Siro arriva il Crotone, è c'è un dato che preoccupa i rossoneri: la squadra di Stefano Pioli ha un rendimento molto migliore in trasferta (nove vittorie e un pareggio) che in casa (cinque vittorie, tre pareggi e due sconfitte). Riuscire a migliorare il rendimento in casa potrebbe quindi essere un elemento decisivo per lo scudetto, e per farlo ci vuole il miglior Ibrahimovic. Che sia leone al 100%, e non a metà.