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Ibra e Mihajlovic a Sanremo: 'Zlatan mi invidia la Champions', 'Sinisa insisteva per portarmi al Bologna'
Tre punti conquistati in trasferta su un letto d'ospedale. I più importanti della vita. Portati a casa anche grazie al supporto degli amici: "Quando ho sentito la notizia non avevo la forza di chiamarlo - racconta Ibrahimovic - dopo qualche giorno l'ho fatto, ma non riuscivo a parlare. Era lui che dava la forza a me dicendomi che stava bene". Talmente bene che ha fatto un tentativo per portare Zlatan a Bologna: "Mi diceva che gli serviva un attaccante che segnasse, e da quando gli ho detto che potevamo parlarne mi ha iniziato a chiamare tutti i giorni". Tentativo fallito nonostante l'insistenza: "Zlatan sarebbe venuto volentieri, ma capisco la sua scelta. Diciamo che quest'anno sarebbe stato un peccato per tutta la città averlo in rossoblù ma senza pubblico allo stadio".
I due non sono mai stati compagni di squadra ma si sono spesso incontrati da avversari. Compreso il giorno di quella famosa testata: "Zlatan è infermabile, non bastano due difensori per bloccarlo. E' come un padre quando gioca con il figlio. Così quella volta dovevo trovare un modo per non farlo rendere al massimo, l'ho fatto arrabbiare talmente tanto che durante un contrasto siamo caduti per terra e mi ha dato una testata". E Sinisa mica l'aveva presa benissimo: "Quando è venuto all'Inter volevo ridargliela io".
Oggi ridono e scherzano, ma quella volta se le erano promesse per davvero. Caratteri focosi i due, che non le mandano certo a dire. Talmente amici che Mihajlovic svela il lato debole dello svedese: "Mi invidia la Coppa dei Campioni. C'è chi l'ha giocata, come lui, e chi l'ha vinta, come me". "C'è ancora tempo..." replica puntuale Zlatan. Prima ancora di stringere un legame più forte, tra i due c'è sempre stata stima reciproca: "Sinisa è uno degli avversari più forti che ho affrontano - racconta l'attaccante del Milan - insieme a lui anche Maldini, aggressivo ma sempre onesto, e Chiellini che è uno che mi stimola molto".
I due sono stati anche protagonisti di un'esibizione canora insieme ad Amadeus e Fiorello: il quartetto, ribattezzato 'Gli Abbadeus' da Fiorello, ha cantato 'Io vagabondo' dei Nomadi, con tanto di acuto di Ibra. Per una serata nella quale calcio e musica si sono intrecciati tra loro.