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    I tre limiti del Milan di nuovo a galla: Pioli ha fatto un mezzo miracolo

    I tre limiti del Milan di nuovo a galla: Pioli ha fatto un mezzo miracolo

    • Alberto Cerruti
      Alberto Cerruti
    L’effetto Ibra è già finito. Scherzi a parte, dopo il 3-0 sul campo del non irresistibile Empoli, i nodi sono venuti, anzi tornati, al pettine. Appena l’asticella si è rialzata, non è bastato un gran gol di Leao per regalare al Milan la qualificazione alla semifinale di coppa Italia, con il sogno di rivincere la coppa, ventuno anni dopo l’ultimo successo con Ancelotti in panchina. E così dopo il primo fallimento rappresentato dall’esclusione dalla Champions, con l’aggravante di essere stata l’unica delle quattro italiane scivolata in Europa League, ecco questo secondo fallimento, con il forte rischio di andare incontro al terzo, se Calabria non solleverà l’unica coppa europea per la quale lui e i suoi compagni sono ancora in corsa. Un obiettivo molto difficile, per non dire impossibile, perché al di là del prossimo ostacolo rappresentato dai francesi del Rennes, prima o poi bisognerebbe fare i conti con il Liverpool, con il fastidio di giocare giovedì in coppa e domenica in campionato in una competizione che guarda caso le squadre italiane non hanno mai vinto.

    In attesa di sapere che cosa accadrà, la partita contro l’Atalanta ha ribadito i tre grandi limiti del Milan. Il primo, più prevedibile degli altri e per questo ancora più grave, riguarda la mancanza di un vero centravanti goleador da alternare, se non da affiancare, al bravissimo ma non eterno Giroud. Giustamente risparmiato per la prossima delicata sfida contro la Roma, l’attaccante francese ha assistito per più di un’ora alle corse a vuoto di Jovic, il peggiore in campo nei voti della “Gazzetta”. Ma anche con Giroud il Milan aveva già pagato l’assenza di una prima punta in alternativa a lui, quando non era riuscito a segnare nemmeno un gol nelle prime due partite contro il Newcastle e il Borussia Dortmund, compromettendo così la qualificazione agli ottavi di Champions.

    Agli imperdonabili errori nella campagna acquisti estiva di Moncada e Furlani si sono poi aggiunti quelli dello staff dei preparatori atletici, perché nessuna squadra italiana ha avuto così tanti infortuni muscolari. Per questo Pioli ha già compiuto un mezzo miracolo mantenendo il Milan al terzo posto, anche se il primo e il secondo sono ormai sfumati per colpa di un altro limite mostrato dalla squadra. Come era già successo a Napoli e Lecce, dove il 2-0 parziale dei rossoneri è poi diventato un 2-2 finale, con quattro punti buttati via, il Milan cala vistosamente nel secondo tempo. Il difetto si è rivisto a Empoli, dove sul 2-0 Maignan ha rischiato più di una volta, e anche nella gara contro l’Atalanta che nella ripresa è cresciuta al contrario dei rossoneri.

    E’ inutile illudersi che il mercato di gennaio possa risolvere i problemi emersi fin qui, come è inutile pensare che Ibrahimovic con la sua presenza, in tribuna o agli allenamenti, possa trasformare un Milan scollegato in campo e fuori. Pensando al futuro, proprio la mancanza di una società forte, perché competente, preoccupa. Dopo il precedente di Lecce, dove non c’era nemmeno un dirigente rossonero in tribuna, poche ore prima della partita con l’Atalanta è stata ancora più grave l’assenza di un rappresentato del club alla importante riunione a Roma con il presidente della Federcalcio, Gravina, nella quale si parlava del futuro del calcio italiano. L’Inter, la Juventus, la Fiorentina, il Bologna, l’Atalanta, il Torino, la Salernitana, il Verona, la Lazio, la Roma e il Lecce erano presenti. Il Milan, invece, brillava per la assenza, perché il patron Cardinale era in America, mentre al presidente Scaroni bastava l’obiettivo del quarto posto in campionato, per tornare in Champions. E così la giostra rossonera riprenderà a girare, continuando a illudere i 64mila tifosi che avevano pagato il biglietto per vedere Milan-Atalanta, sperando di vincere almeno la coppa Italia.

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