Lazio, i tifosi sognano:| Scudetto, perché no?
'Non succede, ma se succede'. Il delirio collettivo post-derby annebbia le menti dei tifosi laziali fino a sognare l'impresa impossibile: agguantare Milan e Juve. Si può? Ma sì e ieri, per la prima volta, Reja si è lasciato scappare la frase che alza l'asticella biancoceleste per questo finale di stagione da vivere tutto d'un fiato: 'Da ora guardiamo le squadre che ci precedono'. Quindi, si punta al piatto forte, a stravolgere i pronostici, ad andare oltre gli infortuni, oltre a tutto. È una scelta di campo che magari è stata fatta più per mantenere il terzo posto ma serve comunque a fare sperare i tifosi laziali. Del resto nelle ultime dodici partite di campionato tutto può succedere come confermano rimonte incredibili e crolli improvvisi che negli anni passati hanno spesso stravolto valori fino a quel punto consolidati.
Ieri la Roma biancoceleste si è svegliata con questo pensiero stupendo: ripetere la corsa del 2000 scavalcando la Juve all'ultima giornata. Certo, tre punti di distacco dai bianconeri che domani potrebbero diventare sei dopo il recupero di Bologna (ma anche restare tre oppure diventato quattro in caso di pareggio al Dall'Ara), sei dai campioni d'Italia del Milan dell'extraterrestre Ibrahimovic, sono tanti, così come va sottolineato il fatto che in questa occasione sono due le squadre da scavalcare rispetto alla folle corsa di dodici anni fa. Lo scudetto, parola impronunciabile fino a dieci giorni fa, rientra almeno per una settimana nel vocabolario laziale. Tocca a Reja e ai suoi pretoriani far sopravvivere il sogno ai prossimi impegni di campionato a cominciare dalla sfida di domenica sera contro il Bologna.
Sarà importante proseguire la marcia partita dall'inizio del girone di ritorno: Lazio in testa alla classifica virtuale delle ultime sette gare con quindici punti. Ne ha recuperati uno a Napoli e Milan, cinque alla Juve apparsa in calo fisico e addirittura sette all'Udinese. Rispetto a queste altre quattro squadre la banda di Reja ha di sicuro un piccolo vantaggio visto che non ha impegni nelle coppe a differenza delle dirette concorrenti e nel caso di Milan e Napoli addirittura doppia (Champions e Coppa Italia). Altro elemento che spinge a un cauto ottimismo, sempre ribadendo la sostanziale superiorità di budget e di organico delle due battistrada, è la condizione fisica della Lazio capace di dare ripetute dimostrazioni di forza tanto da far conquistare ai biancocelesti tredici punti nei secondi tempi. Un sintomo chiaro che la squadra non molla e insegue il risultato fino all'ultimo.
Inoltre Reja nelle prossime due settimane recupererà gran parte degli otto infortunati costretti a saltare il derby di domenica scorsa. Rocchi, Radu e Konko dovrebbero tornare a disposizione già domenica, una settimana in più per Cana e Brocchi, infine toccherà a Stankevicius, Zauri e Lulic. Ecco, l'assenza del bosniaco pesa eccome anche se è attenuata dal prepotente ritorno di Mauri. Sembra di essere su un altro mondo: in una settimana si è passati dalla depressione cosmica post dimissioni Reja ed eliminazione dall'Europa League ad opera dell'Atletico, al sogno scudetto. Forse il salto è troppo grande ma a questo punto il grido di battaglia 'non succede, ma se succede', come recita il manuale del fomentatore di professione della Capitale che per stavolta si è trasferito sull'altra parte del Tevere, non è più solo un divertente scioglilingua bensì voglia di stupire e arrampicarsi in alto. Là dove osano le aquile, guarda caso dipende ancora da Olympia.