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    I rischi dell'intelligenza artificiale

    I rischi dell'intelligenza artificiale

    Geoffrey Hinton, lo scienziato 75enne creatore delle “reti neurali” e appartenente ai pionieri dell’intelligenza artificiale, si è dimesso da Google per poter spiegare liberamente al pubblico i pericoli ai quali si sta andando incontro. Unendosi al coro di esperti che già stanno segnalando i rischi legati al rapido sviluppo di questa tecnologia, lo scienziato ha dichiarato alla BBC che presto il Chatbot potrebbe superare il livello di informazioni di un cervello umano.

    Hinton ha denunciato due possibili rischi: il primo è rappresentato dalla difficoltà di riuscire a neutralizzare i cosiddetti “attori maligni” che, sfruttando l’intelligenza artificiale, condividono contenuti mediali e informazioni non reali, rischiando di dare libero accesso agli hacker per poter danneggiare aziende e infrastrutture di interi Paesi. Il secondo rischio è la perdita di controllo da parte dell’uomo verso la macchina: le intelligenze artificiali infatti non solo hanno la capacità di generare codici informatici, ma riescono anche a formulare dei veri e propri ragionamenti e quindi a prendere decisioni in autonomia, senza la sorveglianza dei creatori di programmi.

    Un terzo pericolo potrebbe essere rappresentato dalla natura dell’intelligenza artificiale, basata su sistemi artificiali che possono essere replicati all’infinito. “Se mentre navigate in rete e parlate di un oggetto venite bombardati dalla pubblicità su quella cosa, prendetevela con me: vorrei non aver sviluppato quelle tecniche di microtargeting”, ha affermato Hinton, che però si trova in disaccordo con la richiesta della moratoria di sei mesi di ogni ricerca riguardante questo campo, firmata dagli imprenditori guidati da Elon Musk. Lo scienziato ritiene infatti che la verifica dell’avanzamento della ricerca informatica, a meno che non ci sia impegno da parte di tutti gli scienziati, sia impossibile.

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