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    I ragazzi e i nuovi media: una realtà virtuale che crea dipendenza

    I ragazzi e i nuovi media: una realtà virtuale che crea dipendenza

    • Giuseppe Geraldi
      Giuseppe Geraldi
    Facebook, Twitter, Instagram e Tik Tok, quattro piattaforme diverse, dotate di analogie e differenze, ma con un importante punto in comune: creano dipendenza.  Le prime due, piattaforme social più datate, permettono scambi di informazioni, di messaggi privati o pubblici. Il punto cruciale di queste piattaforme è la possibilità di pubblicare dei post o scritti oppure, nel caso di Instagram, sia scritti che vere e proprie fotogallery. Tik Tok, invece, spopola tra i giovani, che presi dai balletti e dalle imitazioni dei vip, trascorrono ore con la testa sugli schermi.

    Uno studio attuato dall'Università di Heidelberg, ha riscontrato che, tramite appositi interventi, si può limitare l'uso eccessivo di internet. I risultati ottenuti dimostrano che ragazzi con età compresa tra i 12 e 18 anni svolgendo attività in rete, utilizzo di videogiochi e social network, sviluppano problematiche di tipo sociale e di concentrazione. Tali anomalie comportamentali sono maggiormente riscontrabili in momenti di noia o di isolamento dalla società.

    Nel periodo post pandemico si sono verificate mote situazioni complesse soprattutto tra i pre-adolescenti e i giovani adulti. La pandemia ha determinato, oltre all’isolamento fisico, anche un’alienazione mentale, generando paure e disagi soprattutto nei ragazzi che già in precedenza avevano mostrato difficoltà ad interloquire. I primi sintomi di questa inedita patologia sono la negazione dell’utilizzo continuativo delle piattaforme social. Questi disturbi, però, se trattati con tempestività, possono essere completamente risolti con trattamenti specifici che comprendono terapie comportamentali volte all’inclusione dei ragazzi all’interno di una comunità.

    Quanto emerso sottolinea, ancora una volta, l’indubbia centralità che queste piattaforme social hanno nelle nostre vite, con un’avvertenza: il confine tra utilizzo e abuso è sottile e, di conseguenza, è necessario assumere una maggior consapevolezza, onde evitare di trasformare un semplice passatempo in una deleteria ossessione.

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